di Ferdinando Boero
Il Programma Nazionale per la Ricerca per salvare l’ambiente
Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha pubblicato il Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027, il PNR, da non confondere con il PNRR (Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza) che dobbiamo presentare ad aprile per avere i fondi europei. La ricerca è il motore del progresso e non è pensabile che i due PN (ricerca e ripresa e resilienza) possano avere architetture differenti. Ho partecipato alla scrittura del PNR come componente della commissione di cinque esperti che ne ha redatto (senza oneri per lo stato) l’ambito marino. Ci è stato assegnato il tema: Gestione delle Risorse Marine. La prima cosa che abbiamo fatto è stata di cambiarlo in: Conoscenza, Innovazione Tecnologica e Uso Sostenibile degli Ecosistemi Marini. Lo abbiamo fatto in ottemperanza alle visioni di Horizon Europe, e del New Green Deal e di tutta la politica europea che ci sta per dare 209 miliardi per cambiare i nostri sistemi di produzione e di consumo, in modo da renderli sostenibili.
Il titolo originale vedeva il mare come un fornitore di risorse. Una visione “vecchia” dei nostri rapporti con il resto della natura. Se distruggiamo la natura non ci può essere prosperità. Ma per rapportarci correttamente con la natura la dobbiamo conoscere, e da qui viene la prima parola del nuovo titolo: Conoscenza. Per farlo dobbiamo inventare nuove tecnologie che rendano possibile un rapporto armonico con la natura, e quindi: innovazione tecnologica. Il fine è la gestione sostenibile degli ecosistemi marini, anche se non possiamo gestire la natura: possiamo gestire le nostre azioni nei suoi confronti.