Se l’amministratore locale del posto in cui vivo dicesse una cosa del genere andrei ad aspettarlo sotto casa. Bene. Questo però non risolve il problema della realtà. Le scorie ci sono. E i posti dove sono ora non sono sicuri. Molti non sanno neppure di abitare vicino a depositi insicuri di scorie nucleari. Se lo sapessero direbbero: andate a metterle da qualche altra parte, perché proprio qui? Belli i tempi in cui il prof. Veronesi diceva che lui le scorie se le sarebbe messe sotto al letto! Certo, si potrebbero mettere nei fondi degli edifici della sua Fondazione. Ma ci scommetto che quell’affermazione verrebbe presto sconfessata persino dagli eredi morali del luminare della cancerologia mondiale.
E quindi? Come se ne esce? Mi piacerebbe moltissimo avere una risposta pronta. Non sono un esperto di sicurezza nucleare e quindi non ce l’ho. Ho assistito a una conferenza di un esperto che spiegava che persino lo smaltimento in mare, nelle fosse oceaniche, non sia molto sicuro. Per l’inquinamento il mondo è piccolissimo. Il DDT fu trovato nel grasso dei pinguini antartici e in quello degli orsi bianchi, anche se ai poli il DDT non era mai stato usato. Potremmo metterle su qualche missile e spararle fuori dal sistema solare, quando, genialmente, azzardai una delle tante soluzioni da bar sport che tutti noi abbiamo sempre in serbo. Ma un incidente durante il lancio potrebbe causare un olocausto nucleare, mi fu risposto. I problemi non si risolvono negandoli. Prima o poi ci esplodono in faccia. Tutto questo ci deve servire di lezione per il futuro. Ogni cosa che costruiamo deve essere progettata pensando anche a cosa ne faremo dopo che avrà smesso di funzionare. Come dismettere quello che non usiamo più? L’uranio impoverito viene usato a scopi militari. Ma, oltre ad uccidere i “nemici” fa morire anche i soldati che lo usano, provocando leucemie letali. Non è un bel riciclo usare le scorie per fare armi. Molte ricerche in campi apparentemente “civili” sono pretesti per giustificare lo sviluppo di tecnologie belliche mascherato da ricerca scientifica. Le generazioni future stanno diventando le generazioni presenti, e si trovano a dover risolvere i problemi causati da generazioni di irresponsabili che hanno pensato solo ai benefici immediati senza pensare ai costi futuri. Anche le scorie nucleari sono parte del debito pubblico. Il creditore di questo debito è implacabile, ed esige prezzi che non si pagano con i soldi. Qualcuno potrebbe pensare di comprare spazio in qualche paese alla disperazione, o di pagare qualche paese in grado tecnologicamente di offrire garanzie assolute, e dislocare altrove la nostra spazzatura nucleare, come facciamo già con la spazzatura “normale”. Ma si tratterà solo di spostare il problema. Il mondo è troppo piccolo per moltissime contaminazioni che passano rapidamente da locali a globali. Il nostro cortile di casa è il pianeta terra.
[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 21 gennaio 2021]