A quel punto, si trattò di capitalizzare gli sforzi fatti, il bagaglio di esperienza e di conoscenza, le relazioni acquisite, e farli convergere in un sodalizio che fosse non solo casa editrice ma anche un contenitore culturale. Nasce così, nel 1983, il Centro di cultura “Il Laboratorio”, e nel 1985 l’omonima casa editrice. Il Laboratorio si proponeva di fare una selezione molto accurata degli autori e le sue edizioni furono subito molto eleganti nella veste grafica, raffinate nella stampa e nel formato. Già con la seconda uscita, viene pubblicato Aldo De Jaco, giornalista e scrittore di livello nazionale, con la sua opera poetica “Stazioni di posta”, recensita su “L’Europeo”, “Paese Sera”, “ L’Avanti”, “Il Corriere laziale” e tanti altre testate, segnalato in diversi prestigiosi premi. Immediatamente seguono testi di Elio Filippo Accrocca, Mario Lunetta, Ettore Violani, Gilberto Cavicchioli, Giuseppe Conte, Aldo Bello, Antonio Verri, ecc. Addirittura viene pubblicato Vittore Fiore, che col suo poemetto civile “Qualcosa di nuovo intorno (con saggio di Luigi Scorrano)”, riaccende la sopita polemica sulla Questione meridionale e sull’impegno e il ruolo degli intellettuali; Mario Marti, Aldo Vallone, Ennio Bonea, Oreste Macrì, Fabio Grassi, Donato Valli, Norberto Bobbio e tanti altri parlano del libro di Fiore come di evento nella letteratura pugliese e nazionale. Poi nasce una collana di studi storici, con esperti di storia locale, fra i quali Ortensio Seclì e lo stesso D’Antico, che sulla collana pubblicano le proprie ricerche. Al tempo stesso, Il Laboratorio guarda ai fenomeni d’avanguardia e affida a Francesco Saverio Dodaro la collana “Scritture”, sulla sperimentazione della poesia visiva e delle nuove forme espressive. Intrattiene anche forti legami con la scuola e vara una collana di poesia dialettale promuovendo un’intensa opera di recupero delle nostre radici e della coscienza identitaria di popolo salentino. Fra i poeti in vernacolo, D’antico pubblica Rocco Cataldi, uno dei più apprezzati poeti dialettali pugliesi. Con la collana “Tracce”, propone scrittori alle prime armi, anche in età avanzata, che avvertono l’urgente bisogno di comunicare qualcosa di intenso e vitale alla comunità di appartenenza, senza grandi pretese letterarie, proponendo esperienze raccontate in forma semplice, umile, da parte di uomini che hanno attraversato la vita con tanta fatica e con molta intensità. Con la collana “Estratti”, fa luce su fatti anche minimi di storia locale a volte inaspettatamente collegati con i grandi scenari della storia nazionale, e nella collana “Miscellanea”, pubblica testi di poesia, prosa, anche fotografici, come nel caso di Andrea Morgante col suo “ S. M. della Croce in Casaranello”. “Assistevamo quasi impotenti ad una dominanza della produzione editoriale, tutta concentrata al Nord, che trascurava totalmente risorse, energie, problemi e attività da sempre vivi nel Salento, che da secoli ha offerto all’Italia e al mondo grandi contributi”, scrive Aldo D’Antico in “Il Laboratorio: analisi di una esperienza editoriale”, intervista di Clemente Gaita. “Peraltro il senso di periferia che circondava le nostre iniziative ci marginalizzava sempre di più. Era difficile lavorare in provincia ma Parabita era provincia nella provincia. Capimmo che bisognava produrre cultura oltre che promuoverla. Il mio rapporto vivo e fecondo con Vittore Fiore, inoltre, mi faceva avvertire in maniera quasi lancinante la condizione di sudditanza del Mezzogiorno nei confronti dei grandi circuiti nazionali ed europei. Decisi così di iniziare l’avventura editoriale.”
La produzione della casa editrice è strutturata in otto collane principali:
– “Il Quadrato”, collana di prosa e poesia;
– “Il Labirinto”, collana di poesia;
– “Scritture”, collana di poesia e segni;
– “La Meridiana”, collana di studi e ricerche;
– “Tracce”, segni memorie esperienze;
– “Documenti”, materiali documentali;
– “Il Telaio”, collana in lingua dialettale;
– “Miscellanea”, testi vari.
Il Laboratorio inoltre produce opuscoli, giornali, depliants ed altro, e spesso fornisce consulenza editoriale a Scuole, Enti, Associazioni, Istituzioni.
Tante le difficoltà incontrate all’inizio. “La politica editoriale che scegliemmo di adottare”, scrive ancora D’Antico, “fu rigorosissima. Dal punto di vista grafico scegliemmo formati non troppo grandi e un’interessante veste tipografica, usando carta qualitativamente buona e curando nei minimi particolari, fino all’ossessione, l’impaginazione e la stampa. Dal punto di vista dei contenuti filtravamo con grande puntigliosità i testi che arrivavano in redazione, attraverso un qualificato Comitato di lettura. Alcuni autori venivano contattati personalmente. In questi anni sono arrivate centinaia di richieste di pubblicazione con proposte economiche molto allettanti. Se avessi voluto arricchirmi non avrei avuto difficoltà, sfruttando decine e decine di poeti e scrittori (soprattutto alle prime armi) che per vedere il proprio nome impresso su un libro erano disposti a versare somme notevoli. Ma abbiamo scelto la linea del rigore e della serietà. Del resto, un piccolo editore di provincia o fa ottimi prodotti o è meglio che faccia altro.” La qualità dei libri e degli autori proposti ha premiato in effetti la casa editrice, sia in termini di riscontri di vendita (con le dovute eccezioni che confermano il rischio di impresa), che di collegamento con il territorio. “Abbiamo usato il libro come leva per sviluppare incontri, convegni, dibattiti, presentazioni, creando una serie di iniziative nel Salento. Da noi sono passati, per presenziare alle nostre iniziative, Giampiero Mughini, Giordano Bruno Guerri, Corrado Augias, Alberto Bevilacqua, Stefano Zecchi, Sandro Curzi, Fabio Grassi, scrittori, giornalisti, professori, storici, economisti, operatori della comunicazione, studenti, operai, politici e tanta altra gente.”
Il centro di cultura ha sede in un vecchio palazzo del centro storico di Parabita, e offre i seguenti servizi:
– Archivio Storico Parabitano: spazio dove si raccoglie e si cataloga tutto ciò che riguarda Parabita;
– Biblioteche: Biblioteca generale, sulla Storia del Mezzogiorno, sulla Puglia, sul Salento, e Pedagogica;
– Museo Etnografico: raccoglie e cataloga materiali sulla civiltà tradizionale;
– Museo del Vino: è un vecchio stabilimento vinicolo (1891) dove è ricostruito il ciclo di produzione del vino con strumenti, macchinari e attrezzi d’epoca;
– Sala riunioni “Vittore Fiore”: attrezzata per conferenze, dibattiti, convegni, presentazioni.
La casa editrice è fornita di apparati informatici di alta definizione e il suo ciclo lavorativo parte dalla battitura dei testi per seguire con la ideazione grafica, l’impaginazione, la tiratura in pellicola, per andare in stampa in tipografie locali convenzionate.
Negli anni, molti si sono interessanti a questa impresa editoriale e, oltre agli articoli e alle interviste al suo fondatore, sono state addirittura scritte due tesi di laurea sull’esperienza de Il Laboratorio. Il professor D’Antico, esperto di storia del mezzogiorno e del brigantaggio meridionale, apprezzato conferenziere, collabora spesso con l’Università di Lecce in progetti interattivi e di studio. Insomma, visto nell’ottica della “subregione culturale Salento”, per dirla con Ennio Bonea, Il Laboratorio rappresenta un caso di studio e un esempio di riscatto dalle paludi dell’immobilismo e delle barriere logistiche e culturali nelle quali troppo spesso, per un malinteso senso di inferiorità o di soggezione nei confronti del più dinamico e illuminato Nord, ci siamo auto confinati. Fra globale e locale, anche grazie al supporto delle nuove tecnologie informatiche, le case editrici salentine dovrebbero cogliere le occasioni offerte dalla multimedialità, per imporsi all’attenzione nazionale fuori da ogni disfattismo e piagnisteo.
[Riduzione del saggio di Paolo Vincenti, Il “Laboratorio” di Parabita. Un caso di studio, in Note di storia e cultura salentina, Miscellanea di studi “Mons. Grazio Gianfreda”, SOCIETÀ DI STORIA PATRIA PER LA PUGLIA Sezione del Basso Salento “Nicola G. De Donno” , XXVI • 2016, A cura di Giuseppe Orlando D’Urso.]