di Paolo Vincenti
In ricordo di Aldo D’Antico, scomparso lo scorso 31 gennaio 2024, riproponiamo questo studio di Paolo Vincenti, in cui l’autore ricostruisce la figura e l’opera dello scrittore parabitano.
In un piccolo paese del medio Salento, Parabita, nasce negli anni Ottanta una casa editrice che si propone traguardi ambiziosi, orizzonti ampi, non in termini di diffusione e visibilità mediatica, o di distribuzione capillare dei prodotti sul territorio nazionale, perché queste imprese, si sa, sono sempre state appannaggio delle grandi industrie editoriali che hanno grossi mezzi finanziari e canali privilegiati ai quali non hanno accesso le piccole realtà locali. Non in termini di battage pubblicitario, dunque, si propone insperati obbiettivi la piccola casa editrice parabitana, ma esclusivamente in termini di qualità del prodotto editoriale. Stiamo parlando delle edizioni “Il Laboratorio”, minuscola azienda famigliare, guidata da Aldo D’antico, scrittore militante, storico, ricercatore. “Il futuro ha un cuore antico” si potrebbe dire, citando Carlo Levi, se si vuol far riferimento alle pregresse esperienze di operatore culturale del suo fondatore, richiamate finanche dal suo “nomen omen”, appunto D’antico. La casa editrice diventa un laboratorio di idee, una fucina di talenti, aggregando tanti intellettuali, alcuni anche di caratura nazionale, e poi storici, poeti, narratori, giovani e meno giovani, i quali tutti iniziano a frequentare Parabita, che da espressione geografica sulla cartina del Salento, diventa meeting point culturale, punto di riferimento imprescindibile, in quegli anni, per chiunque si confronti con la cultura. Ciò fece capire che la promozione del territorio non era esclusiva dei più grandi e conosciuti centri come Maglie, Galatina, Nardò, o della città capoluogo, ma anche delle micro realtà municipali, se queste fossero animate da energie giovani, da menti ardimentose, da artisti e liberi pensatori. Già nei lontani anni Settanta, un giovanissimo Aldo D’antico aveva fondato il centro di cultura “Tommaso Fiore”, e nel corso degli anni si era fatto promotore di iniziative molto interessanti che avevano coinvolto la classe intellettuale del posto e non solo, insegnanti, giornalisti, appassionati, e avevano fatto balzare Parabita agli onori delle cronache.