di Augusto Benemeglio
Caro Nicola (*), tu sei al trentesimo libro, o giù di lì, sul “Salento”, roba da “guinnes” , da innamorato cronico, da cronista crocifisso, in cerca di una verità, o una mezza verità che è quasi sempre offuscata (foschie o nebbie, ma anche eclissi lunari) e naviga in spazi obliqui, mari inquinati e infidi. Stavolta ti proponi da storico-critico e insieme “curioso affabulatore lirico”, accanito divoratore di favole, leggende, giri di valzer, mazurka e d’utopia, immagini che danno capogiri, vertigini, allucinazioni, tachicardie, svenimenti, sindromi ben note; tu sei uno di quelli che vanno ancora a incantarsi nei muretti a secco, sotto gli uliveti, o le vigne di rame, negli spazi liberi, in quei cieli di una luce così bianca che è da primo mattino del mondo, uno che traguarda gli orizzonti e i mari puliti fatti di lapislazzuli (altro che le Maldive o le Sechelles!), e ami sostare nei paesi che odorano di calce e farina bianca come la “Cocumula” di Bodini, dove c’è la Madonna dell’Uragano che abbraccia la comunità e placa la tempesta, o il “Malladrone” nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Gallipoli, “una curva di luce al tramonto” che fu caro anche a Gabriele D’annunzio; segui, occultato, mimetizzato tra la folla, quelli che camminano sempre con naso all’insù, inebriandosi dei ricami in pietra leccese del barocco, che è unico al mondo, o guardano le evoluzioni dei “gabbiani che graffiano gli smaltati colori del cielo”. Sei uno di quelli che si soffermano nei leggendari santuari dove è segnato il tuo destino.
Merci Monsieur Benemeglio pour votre enthousiasme en faveur du Mezzogiorno et plus spécialement du Salento.
Alors que je suis quasi confinée dans le nord de la France, la lecture de votre belle évocation a le pouvoir de redonner vie tout naturellement aux émotions d’autrefois ressenties au contact, malheureusement trop rare, avec votre terre si particulière.
Enthousiasme communicatif, puisque je suis près d’admettre avec vous que la violence de l’émotion esthétique décrite par Stendhal aurait pu tout aussi légitimement trouver sa source dans la Santa Croce de la “Florence du Sud” que dans celle de la capitale de la Toscane…
Écrivez encore, Monsieur Benemeglio, je vous lis toujours avec plaisir. Annie Gamet
Che dirle, carissima Annie (le rispondo in italiano, non ho il coraggio di scrivere in francese, sono molto carente), la sua è una bella anima che sento in sintonia con la mia (del resto molte anime si sono incontrate e si incontrano grazie alla scrittura): la ringrazio molto del suo intervento, così ricco di sensibilità e entusiasmo, e spero che avremo modo di sentirci ancora. Nel frattempo m vado a rivedere il dizionario francese per non farmi trovare troppo impreparato. Un caro saluto. Augusto Benemeglio