La direttrice Generale dell’Ospedale “Cardinale Panico”, di Tricase, Suor Margherita Bramato, ha accolto con gioia riconoscente la donazione e in una nota di presentazione del libro non manca di sottolinearne l’alto valore simbolico. L’iniziativa ha trovato il plauso anche della Presidente nazionale della Fidapa, Pia Petrucci, che in una breve nota di saluto ringrazia la Presidente di Casarano Maria Nuccio, e persino del Vescovo della Diocesi Ugento-Santa Maria di Leuca, Vito Angiuli, che nel suo intervento sottolinea il valore terapeutico che il contatto con la bellezza dell’arte può avere in un luogo di dolore come Casa Betania dove, “accanto alle amorevoli cure che le Suore Marcelline e l’equipe medica offrono agli ospiti … anche la contemplazione dell’arte può contribuire ad alleviare il senso di oppressione interiore che la sofferenza genera in coloro che ne sono toccati”. In effetti, quello fra arte e medicina è un felice connubio, come lo definisce Roberto Lupo nel suo intervento. L’ispiratore del progetto (sua è anche la bellissima immagine di copertina del libro) sottolinea come da sempre sia per lui fondamentale la “umanizzazione della Medicina” e di conseguenza quanto importante appaia l’Arte che con il suo linguaggio universale dei colori “può intervenire efficacemente mediante la ben nota capacità di agire sull’animo umano”. Ed anche tutti gli artisti coinvolti hanno accettato di buon grado di donare una propria opera, come ci fa sapere Salvatore Luperto nel suo scritto introduttivo. E trattandosi di artisti di non poco momento, l’atto di generosità ci colpisce a fondo come le luci del titolo, che rischiarano un buio compatto, per estensione la luce della vita contro le tenebre della malattia e della morte. Tocca al professor Massimo Guastella tracciare un percorso storico e documentale delle donazioni artistiche ai luoghi di cura, riportando svariati esempi di ospedali italiani che hanno accolto opere d’arte di pittori famosissimi, evidentemente consapevoli dell’efficacia dell’Art-Therapy “quale forma di psicoterapia ormai consolidata”. Dopo il dettagliato intervento di Guastella, si apre la seconda sezione del libro, con il Catalogo delle opere curato dal già citato Luperto e dall’esperta d’arte Anna Panareo. Ecco, di seguito, l’elenco: Vittorio Balsebre, con “Fotograffito” (stampa fotografica); Vitaldo Conte e Tiziana Pertoso, con “Luce su reperto di fede” (tecnica mista e collage su carta); Michele De Luca, con “Di sguardo” (olio e acrilico su tavola); Giulio De Mitri, con “Via lucis” (tecnica mista su carta); Marcello Diotallevi, con “Poema d’amore in un paesaggio” (ecoline e china su carta); Liliana Elbaginelli, con “Sympatheia” (tempera su carta); Vittorio Fava, con “Il volto del sole” (tecnica mista); Fernanda Fedi, con “Dioniso ha vinto” (acrilico e tempera su carta); Gino Gini, con “Volo n.6. Piuma” (tecnica mista e collage su tela); Nicola Liberatore, con “Santo” (tecnica mista su tela); Enzo Miglietta, con “Vivere insieme non in curva” (inchiostro su carta); Lucia Rotundo, con “Voce silente” (tecnica mista su tela); Auro Salvaneschi, con “Luci, colori, forme della natura” (tecnica mista su tavola); Rosemarie Sansonetti, con “Ex voto” (stampa fotografica); Alba Savoi, con “Riflessi” (foto su foto garzata). Si tratta di nomi di primaria importanza nell’ambito delle arti visive, come la vasta bibliografia sul loro conto conferma. I testi critici e le biografie degli artisti sono stati curati da: Mariella Agostinacchio, Carmelo Cipriani, Marinilde Giannandrea, Salvatore Luperto e Anna Panareo. A ben guardare, quanto mai adatta la destinazione di un’opera d’arte in un luogo di dolore, considerando che l’espressione artistica è, anche, risultanza di un disagio, scoramento, una frustrazione, o vero e proprio dolore, da parte del creatore. “Se il mondo fosse chiaro, l’arte non esisterebbe”, afferma Albert Camus. Così, gradito ci pare questo volume prezioso e raffinato. Se ne consiglia la consultazione, prima di visitare la mostra in oggetto.
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