di Antonio Devicienti
Ogni anno vedo i Romantici di Jena passeggiare sul prato davanti alla scuola dove insegno, di solito tra ottobre e novembre. Dopo le vacanze natalizie è Heine a sedere, avvoltolato in una pesantissima coperta di lana, su quello stesso prato: guarda verso le finestre della nostra classe e so che ha già in tasca un biglietto ferroviario per Parigi – penso tra me e me (non lo dico ai ragazzi, ovviamente!) che sarebbe stato meraviglioso se un collasso del tempo avesse consentito a lui e a Benjamin d’incontrarsi magari nella sala di lettura della Bibliothèque Nationale in Rue Richelieu o nella Galerie Vivienne dove anche Julio Cortázar amava passeggiare…
Tonio Kröger e il suo amico Hans Hansen attendono lo spirare della mattinata di scuola solitamente tra marzo e aprile: il Lago Maggiore si profila vicinissimo, grigio nelle mattinate autunnali nuvolose, scintillante bacino di luce in primavera, battuto da un vento implacabile in certe invernate che promettono la neve.
È un ritornante stupore scorgere traverso la grande finestra dell’aula, a metà mattinata, Hölderlin che prepara i bagagli per mettersi in viaggio (a piedi!) verso Bordeaux: tutto questo accade da anni ed è accaduto, malgrado tutto, anche nell’ultima primavera, continua ad accadere in queste complicatissime settimane di ripresa dell’anno scolastico.