di Andrzej Nowicki
Il 30 novembre 2000 all’Accademia di Scienze Morali e Politiche in Napoli il prof. Aldo Trione presentò la memoria di Benedetta Zaccarello Alcuni modelli di rappresentazione del pensiero nei primi Cahiers di Paul Valéry, pubblicata poi negli “Atti” della stessa Accademia (vol. CXI, 2000, pagg. 159-189).
La lettura di questa memoria trasformò l’arredamento del mio cervello, dove Paul Valéry (1871-1945) abitava tranquillamente da settanta anni come uno dei tanti poeti francesi. Il 20 marzo 2007 dovetti organizzargli un grande trasloco dalla regione della letteratura alla regione della filosofia, riconoscendogli il diritto di stare tra i Pensatori che hanno dato un importante contributo all’investigazione filosofica dei processi mentali nei quali nascono i pensieri.
“Trasloco” non significa abbandono della casa abitata, perché nel mio mondo interno esiste la legge della polilocazione, grazie alla quale le persone che svolgono molte e diverse attività hanno diritto di possedere molte case ed essere presenti in diversi luoghi contemporaneamente. Nel mio Trattato sull’Appercezione c’è un capitolo nel quale, criticando la teoria di Kant, spiego come si realizza questa polilocazione. Partendo dalla falsa premessa che un pensiero può essere presente soltanto in un luogo, Kant ha costruito la visione di un ordine perfetto dei pensieri, dove ogni pensiero si trova nel “suo proprio luogo”.
Il mio concetto di perfezione è radicalmente diverso. Il pensiero può e deve essere presente in tanti luoghi in quanti è capace di svolgere attività creativa, dunque in due, dieci o cento luoghi in una volta. Come è possibile? Ciò accade perché la ragione umana è non solo capacità di esaminare, accogliere, modificare, creare e ordinare pensieri, ma anche capacità di moltiplicare i pensieri per averli in tutti i luoghi, dove possono essere utili.