di Ferdinando Boero
Gli Usa sono i maggiori produttori di conoscenza scientifica del pianeta, ma hanno qualche problema con la scienza. In God we trust (noi abbiamo fede in Dio) ha sostituito E pluribus unum (da molti uno) come motto nazionale, e questo spiega perché il 40% degli statunitensi creda nella creazione, e non accetti l’evoluzione come risposta alla domanda: da dove veniamo?
Se la maggioranza dei cittadini è culturalmente inadeguata, allora l’inadeguatezza culturale è nel giusto? Se la maggior parte della popolazione crede che sia il sole a girare attorno alla terra, come ai tempi di Galileo, e solo uno sostiene il contrario, la ragione è comunque di quel solitario.
La democrazia funziona bene in presenza di un’alfabetizzazione anche scientifica di tutti i cittadini, grazie ai sistemi di formazione, ma, evidentemente, questo obiettivo non è ancora stato raggiunto e gli Usa corrono il rischio di avere per la seconda volta un presidente inadeguato. La scienza reagisce, e il direttore di Science, la più prestigiosa rivista scientifica americana, intitola uno dei suoi ultimi editoriali Trump ha mentito sulla scienza, e il direttore di Scientific American, rivista altrettanto prestigiosa, rincara la dose con: Quando la politica distorce la scienza.
Non era mai successo che la scienza scendesse in campo per dire agli americani di non rieleggere un presidente. Gli americani odiano i bugiardi e, quindi, se Trump è un bugiardo, allora non è adeguato a restare alla Casa Bianca. Bill Clinton fu messo sotto inchiesta perché non disse tutta la verità su una relazione con una praticante. Ma George W. Bush mentì sulle armi di distruzione di massa in Iraq, e non fu messo sotto inchiesta. E quindi… dipende dalle bugie. Quelle sul sesso sono deplorevoli, mentre quelle sulla guerra (di Bush) sono tollerate e forse lo saranno anche quelle sulla scienza (di Trump).