di Mario Spedicato
Tra le numerose iniziative culturali organizzate dalla Società di Storia Patria di Lecce sulla Grande Guerra, quella celebrata ad Oria nel dicembre del 2014 (con due appendici seminariali svolte nella primavera del 2016 e nell’inverno 2018), in collaborazione con l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano di Brindisi, ha perso per ragioni squisitamente economiche il passo, allontanando nel tempo un sicuro approdo editoriale. La mancata tempestività nel pubblicare gli Atti del Convegno ha finito per ridimensionare il primitivo progetto, in seguito anche al ritiro da parte di alcuni autorevoli studiosi dei loro saggi, per collocarli in altre miscellanee e riviste di settore. Hanno resistito in pochi e noi ci sentiamo in dovere di ringraziarli pubblicamente non solo per la fiducia riposta, ma anche perché ci permettono, pur a distanza di tempo, di onorare un impegno che a noi stessi era sembrato proibitivo fino a pochi mesi addietro. Certo non possiamo nascondere il nostro disappunto nell’aver perso per strada contributi di indubitabile valore scientifico, che avrebbero assicurato la confezione di un volume più ricco a livello tematico ed anche più robusto a livello metodologico ma, dovendo fare i conti con la realtà, ci riteniamo fortunati se siamo finalmente riusciti a chiudere, sebbene quasi dimezzata, un’operazione editoriale che ha segnato una tappa importante del nostro programma di ricerca sul giolittismo e sulla Prima Guerra Mondiale in Terra d’Otranto.
L’impostazione rappresenta la principale novità metodologica proposta da questo volume. Sono ormai maturi i tempi perché la più attrezzata ricerca sul territorio ripercorra la Grande Guerra non solo scavando negli strati più profondi del tessuto sociale – come la ricorrenza del Centenario ha dimostrato – ma anche dilatandone i confini temporali. Il progressivo esautoramento del significato e dei poteri del Parlamento, la ristrutturazione del rapporti centro-periferie, la partecipazione popolare ai grandi eventi (sia pure in forme grezze e poco consapevoli), il protagonismo femminile (tanto delle donne intellettuali quanto delle illetterate), l’incredibile produzione memorialistica e simbolica, popolare e non, sono processi che la storiografia ha da tempo collocato in un quadro di medio-lunga durata che gli anni ’15-18 rendono più visibile.