Saggi di critica della politica economica – Anno 2015

di Guglielmo Forges Davanzati

 Il declino economico italiano e le politiche industriali: una nota

[Questo testo è la trascrizione della relazione tenuta in occasione della presentazione del libro di G.Viesti e D. Di Vico (Cacciavite, robot e tablet. Come far ripartire le imprese) alla libreria Gilgamesh di Taranto – Associazione “Siderlandia” – il 9.1.2015. Leggilo anche in www.siderlandia.it]

Con la massima schematizzazione, si può rilevare che, nel dibattito sulle cause del c.d. declino economico italiano, le due tesi più accreditate sono le seguenti. Da un lato, vi è chi sostiene che esso dipende dall’eccessivo debito pubblico e dall’esistenza di un settore pubblico ipertrofico e poco produttivo; dall’altro vi è chi ritiene che esso sia imputabile, in ultima analisi, all’ingresso nell’Unione Monetaria Europea e alla conseguente adozione dell’euro, che, impedendo la svalutazione, avrebbe ridotto la domanda interna a causa della contrazione delle esportazioni. Ciò che accomuna queste posizioni è il ritenere che la recessione italiana trovi le sue cause in vicende che si sono determinate in un passato relativamente breve, e il ritenere che il declino italiano abbia una radice monocasuale.

In quanto segue, si proverà a mostrare, per contro, che il declino economico italiano è semmai da imputare a una dinamica di lungo periodo e che si è manifestato con la massima intensità in questi ultimi anni a seguito di un shock esogeno (l’esplosione della bolla dei mutui subprime negli USA come esito dell’accelerazione dei processi di finanziarizzazione) innestatosi su una struttura produttiva la cui fragilità era palese già da almeno un ventennio.

Questa voce è stata pubblicata in Economia e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *