Il Dante perduto di Taurisano

Via Dante non è la sola presenza dantesca a Taurisano. Nel Palazzo Ducale “Lopez y Royo”, oggi sede del Comune, in quella che doveva essere la biblioteca del Duca, in alto sulle confluenze dei quarti della volta a stella ci sono i ritratti affrescati dei nostri quattro più grandi poeti, Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso, chiusi in riquadri poggianti sullo spigolo inferiore a seguire le linee della volta. I dipinti interni del palazzo sono opera di Pietro della Gatta di Galatina (1888-1962), come indicato in una sala del palazzo, e risalgono alla prima metà del ‘900. Il ritratto di Dante, col volto corrucciato, è ripreso da quello noto di Gustavo Dorè (1832-1883), realizzato per l’illustrazione della Divina Commedia (1861), a sua volta ispirato a quello di Raffaello dell’affresco “La disputa” (1509 – Musei Vaticani).   

Ma la più importante e singolare presenza dantesca a Taurisano non c’è più. Perduta! Fino a pochi decenni fa in via Mazzini, angolo via Santa Maria Goretti, c’era la casa di Salvatore Febbraro, della famiglia dei Cristi, cartapestai noti in tutta la provincia. L’intera facciata che dava su via Mazzini era interamente affrescata con una scena della Divina Commedia, tratta dal Paradiso con su la scritta didascalica “Non il gustar del legno / fu per sé la cagion di tanto esilio, / ma solamente il trapassar del segno” (C. XXVI, 115-117). Sono le parole che Adamo dice a Dante in risposta in che cosa fosse consistito il peccato originale. Un’espressione di estrema pregnanza etico-religiosa, che insiste sull’importanza dell’obbedienza: chi disobbedisce, il “trapassar del segno”, commette un peccato assai più grave del gesto stesso compiuto.

Nella foto che proponiamo si vede il pittore, Salvatore Febbraro, al centro, su uno sgabello fra le due coppie dei personaggi rappresentati, a sinistra Dante e San Giovanni apostolo e a destra Adamo ed Eva con l’angelo in alto che li caccia dal paradiso con la spada e i versi. Le immagini erano come si può notare di dimensioni più grandi del naturale, è sufficiente confrontarle con quella del pittore per farsi un’idea della grandezza.

A dire il vero la scena è in parte dantesca e in parte biblica. L’incontro di Dante con Adamo nel paradiso si svolge in uno scenario diverso, ma bella e importante è la scena con la rappresentazione della cacciata dei due peccatori dal paradiso terrestre.

Questa scena non esiste più. La casa, sulla cui facciata era stata dipinta, dopo aver cambiato proprietario, è stata demolita per costruire una nuova abitazione. Peccato! Era forse qualcosa di unico in tutta Italia. Si sarebbe potuta salvare lo stesso trasferendo il dipinto su altra base. Ma a Taurisano gli uomini e le cose unici sono maledetti.

[“Presenza taurisanese” anno XXXVIII n. 8/9 – Agosto-Settembre 2020, p. 12]

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