di Giovanni Bernardini
Il titolo non riguarda un’opera inedita del compianto Oronzo Parlangéli, ma è uno dei titoli ch’egli apponeva alle lettere a me indirizzate. C’erano poi varianti: Cronicha ad…, Chronica ad… (diceva: “Non so se si scriva così”.), Cronicha ab Urbe seu itinerarium Romani Orontii pelegrini, Epistula riassumtiva ad…
La richiesta d’un amico novolese mi ha spinto a cercare, nel cumulo disordinato della posta accumulatasi anno dopo anno, le lettere di Parlangéli. Fortunatamente erano tutte insieme: sedici lettere e una cartolina postale, risalenti agli ultimi mesi del 1939 fino al 2 settembre ‘41.
Nelle prime la data è spesso incompleta, poiché omesso l’anno. D’altra parte impossibile riferirsi al timbro d’affrancatura, in quanto solo tre sono conservate in busta. Comunque mi è facile l’individuazione dell’anno dato che lo scambio epistolare cominciò allorché, dopo la scomparsa di mio padre, tornai, con mia madre, nella città nativa, lasciando il Liceo-ginnasio “Palmieri” di Lecce per il “D’Annunzio” di Pescara.
Si tratta di lettere lunghissime, di quattro facciate e oltre, zeppe d’una grafìa minuta, talvolta illeggibile, scritte molte volte nello spazio di più giorni, secondo la disponibilità del tempo. A voler definire le caratteristiche prevalenti in tali lettere potrebbe forse usarsi l’aggettivo “goliardiche”.