Singolare e di straordinario interesse in questo ambito appare dunque la realtà leccese dove, a breve distanza uno dall’altro, fatto eccezionale in tutto l’Impero, sono conservati ben due anfiteatri romani, anche in notevole stato di conservazione: appartengono alle antiche città di Lupiae e Rudiae. Già centri messapici, sotto il dominio romano furono municipi ma mantennero la loro indipendenza, e furono iscritte a due diverse tribù, dotandosi di autonome strutture urbane, come l’anfiteatro, che costituiva il cuore pulsante della vita sociale per tutte le città dell’Impero. I due monumenti costituiscono oggi l’oggetto di importanti interventi di valorizzazione, grazie al Polo Museale della Puglia, in collaborazione con la Soprintendenza SABAP di Lecce diretta dall’arch. Maria Piccarreta. L’anfiteatro di Lecce è infatti oggetto di un intervento di restauro, diretto da Giuseppe Muci, che permetterà di consolidare le strutture che presentavano estesi fenomeni di degrado. A Rudiae, d’intesa con la Soprintendenza, la società ARVa Srl potrà realizzare, grazie allo strenuo impegno di Pio Panarelli, un ampio programma di attività di visita e di coinvolgimento del pubblico attraverso azioni teatrali in cui, nello straordinario paesaggio dell’area, gli attori daranno vita ai personaggi di Rudiae come Quinto Ennio, il padre delle letteratura latina, e Otacilia Secundilla, la facoltosa matrona romana che, nell’età di Traiano, agli inizi del II sec. d.C., aveva assicurato i finanziamenti per la costruzione dell’edificio. A Lecce l’anfiteatro l’avevano costruito un secolo prima, con maggiori risorse che venivano direttamente da Roma e con maestranze che avevano utilizzato, per poggiare le file dei sedili, un complesso sistema di volte in opera cementizia, con l’uso della pozzolana importata dall’Italia centrale. A fronte di questa tecnica “a struttura vuota”, gli architetti di Rudiae avevano optato per la più economica “struttura piena”, in cui i sedili degli spettatori poggiavano su un riempimento di terra e pietre oppure sulla roccia di base.
La nostra regione conserva straordinarie manifestazioni del periodo romano, ancora tutte la valorizzare; uno strumento eccezionale di conoscenza rappresenta ora il volume di Edipuglia, pubblicato di recente a cura di Raffaella Cassano, Marcella Chelotti e Gianluca Mastrocinque, dal titolo “Paesaggi urbani della Puglia in età romana”.
[“La Gazzetta del Mezzogiorno” dell’8 agosto 2020]