Le scoperte durante la campagna di studio dei reperti
di Francesco D’Andria
Tra il pollice e l’indice della mano che regge la brocca, un serpentello striscia verso l’imboccatura del vaso, per leccare il liquido, ma pronto anche a mordere l’incauto offerente. Per fortuna non si tratta di un evento reale e nessuno corre il rischio di morire avvelenato come Euridice: il serpentello è soltanto raffigurato sopra uno dei vasi di argilla rinvenuti a Castro. Dopo la campagna di scavi (settembre-dicembre 2019) realizzata nella zona del centro storico, a sud-est della Cattedrale, sta per concludersi una seconda campagna di attività, questa volta di scavo nei magazzini, nello splendido Laboratorio messo a disposizione dal Comune di Castro, che si trova negli spazi sotto piazza Perotti, sempre attraversati da una brezza leggera e con una vista mozzafiato sul mare. Dopo che le cassette dei materiali rinvenuti sono state lavate, è emersa una quantità di nuove scoperte: ripulendo le ceramiche dalle incrostazioni e dal terreno di scavo è ora possibile riconoscerne le decorazioni, a volte molto raffinate. Molte nuove iscrizioni messapiche sono state così scoperte e le conoscenze sulla lingua di questi nostri antenati si vanno ampliando ogni giorno di più.
Intanto, il lavoro degli archeologi va avanti senza soluzione di continuità. Anche grazie al contributo finanziario del professor Francesco De Sio Lazzari, figlio del geologo Antonio Lazzari a cui intitolato il Museo della città , il quale ha devoluto agli scavi una cifra molto considerevole, e dell’associazione Inner Wheel Tricase-Capo di Leuca, tutta al femminile, che ha raccolto tra i soci una somma importante. Grazie ai finanziamenti del professor De Sio Lazzari e delle donne di Inner Wheel abbiamo ottenuto risultati straordinari – spiega D Andria -. Si sta aprendo un quadro molto importante e speriamo nel bando sui siti archeologici della Regione alla quale abbiamo chiesto un milione di euro per realizzare un grande parco archeologico e alle risorse del Pnrr che possono ancor di più valorizzare questa realtà che già ha trasformato Castro, facendola diventare luogo di riferimento per il turismo di qualità. Molti turisti, infatti, ora non si fermano più soltanto a Castro Marina ma salgono in cima alla città per godere del panorama straordinario e per vedere il museo, la statua di Atena e un’offerta culturale di altissimo profilo. Nel frattempo, è in atto pure un confronto con il Museo archeologico nazionale Marta di Taranto per l’organizzazione di una mostra e un convegno sui rapporti tra Taranto e Castro. E si lavora all’itinerario culturale internazionale Rotta di Enea promosso dal Consiglio d Europa, in cui la città di Castro figura come primo approdo in Italia.