Storie d’amore e di gloria tra Otto e Novecento

di Gianluca Virgilio

Si può scrivere un libro per molti motivi, per lavoro, per piacere, per noia o perché siamo animati dalla volontà di affermare una particolare ragione oppure ancora per rispondere ad una richiesta interiore che ci sollecita e non ci lascia in pace. Sicché il lettore, richiuso il libro, a lettura ultimata, fa bene a chiedersi quale sia il motivo che ha mosso lo scrittore a passare giorni e giorni seduto dietro una scrivania e a spendere così tante energie per giungere a capo della sua opera. Secondo me, questa semplice domanda è a fondamento della critica, poiché dalla risposta che ci diamo dipende in definitiva il senso del rapporto tra lettore e scrittore, la loro complicità, e il destino del discorso letterario in genere.

Ho appena finito di leggere in successione gli ultimi due libri di Lina Iannuzzi, Il carteggio Tenca-Maffei con sottotitolo Storia, letteratura e arte nell’Italia del Risorgimento, con Premessa di Gianmarco Gaspari, direttore del Centro Nazionale Studi Manzoniani, pubblicato dall’Editore Guida di Napoli nel 2007, pp. 194, n. 1 della collana Biblioteca di “Sinestesie” diretta da Epifanio Ajello; e D’Annunzio e la Comarella, con Prefazione di Umberto Russo, pubblicato da Ianieri Editore di Pescara nel 2008, pp. 159, n. 7 della collana Saggi e carteggi dannunziani.

Lina Iannuzzi è una ex-docente di letteratura italiana prima negli Istituti di Istruzione Secondaria, poi nella Facoltà di Lingue dell’Università di Bari e in quella di Magistero dell’Università di Lecce. Col primo libro citato, la scrittrice ritorna su un sua ricerca di tanti anni fa: Il carteggio Tenca-Maffei, pubblicato in tre volumi dalla casa editrice milanese Ceschina nel 1973 (i tre volumi, in cd-rom, sono riproposti come allegato al presente libro); ma questa volta Iannuzzi non cede la parola direttamente ai protagonisti, ma se ne fa per così dire mediatrice rispetto ai lettori, ricostruendo la dinamica di quel rapporto sullo sfondo della storia italiana dell’Ottocento. Col secondo libro, la scrittrice ci racconta la vicenda sentimentale di Antonietta Treves Pesenti (1882 – 1978) – che per tanti versi ricorda quella di Clara Maffei -, sulla scorta di suoi ricordi personali, ma soprattutto del carteggio tra lei e il poeta pescarese apparso a cura di Franco di Tizio (Antonietta Treves e D’Annunzio (Carteggio inedito 1909-1938), Ianieri, Altino 2005).

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