di Antonio Prete
Eri l’acqua nel calcare, nascosta
sotto le rughe delle aspre scogliere,
sotto i vuoti gherigli delle noci,
eri il suono del grillo nella notte
.
che offriva alle parole il suo velluto,
eri la prima riga di celeste
sopra il mare, ancora persa nell’aria
del giorno che saliva. Per pudore,
.
o forse per garbata distrazione,
non ho seguito i tuoi cenni, il tuo vento,
così ho disimparato a sentire
il silenzio che dorme nelle sillabe.