Pensieri ai tempi del Coronavirus

di Pietro Giannini

La pandemia del coronavirus ha provocato notevole disagio perché ha costretto tutti a vivere in un modo assolutamente inedito. Tuttavia questo cambiamento profondo nei modi di vita ha sollecitato riflessioni su vari argomenti. Proviamo a parlarne.

1. Il comportamento delle istituzioni italiane

Se gli italiani hanno dato prova di maturità e di consapevolezza, pur all’interno di un costume ispirato ad una interpretazione piuttosto elastica delle norme, le istituzioni politiche hanno dato il peggio di sé. La pandemia è stata l’occasione per scatenare una lotta tutta politica tra le Regioni e lo Stato centrale. In particolare la Lombardia ha cercato sempre di rimarcare la propria distanza dalle decisioni prese dal Governo. Non c’è stato giorno in cui gli impagabili Fontana, Presidente della Regione, e Gallera, Assessore alla Sanità, non siano apparsi in TV per pontificare sull’andamento del contagio pochi momenti prima che l’Istituto Superiore della Sanità, insieme alla Protezione civile, desse i suoi dati in una conferenza pubblica. E in quelle conferenze-stampa specialmente l’Assessore Gallera si improvvisava epidemiologo e infettivologo con discorsi che poi venivano puntualmente smentiti dai dati ufficiali. Da qui il balletto delle interpretazioni dei dati (la curva scende o non scende?) e delle proposte (aprire subito o non riaprire subito? aprire tutto o in parte?). Si vedeva chiaramente che l’obiettivo non era affrontare il contagio, ma affermare ad ogni costo l’autonomia della Lombardia (Padania) nei confronti dello Stato. Ed affermare anche la superiorità della Lombardia (Padania) sugli incapaci di Roma, promuovendo iniziative autonome in tutti i campi, dall’acquisto delle mascherine a quello dei tamponi e dei ventilatori, sollecitando collaborazioni straniere (Russia e Cina) sino a programmare la realizzazione di un ospedale ex-novo nei padiglioni della Fiera, ottenuto con finanziamento privati (tanto per dimostrare che i Lombardi se lo possono permettere) e in un tempo record (giusto per dimostrare che i Lombardi sono più veloci dei cinesi che hanno costruito i loro ospedali in  quattro settimane). Salvo poi a scoprire che un ospedale che ospita solo un reparto di rianimazione, senza il supporto di altri reparti, che potrebbero essere interessati all’occasione, non serve molto. Tant’è vero che alla fine è rimasto sottoutilizzato rispetto alla spesa richiesta. Ma tant’è, la dimostrazione di potenza c’è stata. E quindi la Lombardia può aspirare credibilmente a porre la candidatura per la sua indipendenza, che è l’ obiettivo segreto della Lega, non più padana, ma involontariamente nazionale. A ciò si aggiunga il fatto che tutta questa solerzia serve all’Assessore Gallera per accreditarsi come candidato a Sindaco di Milano per le prossime elezioni comunali.

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