Viaggiare nell’universo esplorando le biblioteche

di Antonio Errico

Può essere piccola o può essere grande, può essere caotica o di un ordine perfetto, ma una biblioteca è sempre un universo. Dentro le pagine dei libri riposti sui ripiani, in quelli messi a pila negli angoli delle stanze, appoggiati sui mobili, sui cuscini dei divani, in ogni riga di quelle pagine, in ogni parola di quelle righe, c’è quello che già si conosce, quello che forse si conoscerà, quello che sicuramente non si potrà conoscere mai. Come per l’universo: ne conosciamo solo una piccola parte. Il cinque per cento, si dice. Tutto il resto appartiene al mistero.

L’uomo vorrebbe mettere ordine nell’universo. Ma nella consapevolezza di non poterlo fare, cerca di riportarlo in categorie che gli consentano, o lo illudano, di potersi orientare nel  tentativo ansioso e costante di rivelareuna scaglia d’ignoto.

Allo stesso modo cerca di dare un ordine all’universo della sua biblioteca, di individuare categorie che gli diano la possibilità di orientarsi, una direzione da seguire nella ricerca che a volte ha il fine di ritrovare quello che già conosce, che altre volte vorrebbe trovare i significati di qualcosa che è sconosciuto.

Le categorie sono una maniera per mettere ordine, per cui qualcosa che insegna ad elaborare categorie e ad applicarle, rappresenta una sorta di consolazione.

Così ci si sente come consolati quando si incontra un libro come quello di Roberto Calasso che si intitola “Come ordinare una biblioteca”. Così si pensa di poter cominciare a dare un ordine al caos di quell’universo. Si pensa che sia possibile trovare, in qualche maniera, una coerenza, una coesione, di poter ricomporre la disorganicità, di poter contare su un’organizzazione sistematica,  sulla certezza delle catalogazioni. Si pensa questo e si avverte  una sensazione di sollievo. Fin quando non ci si ritrova a fare i conti con la rivelazione di Calasso: l’ordinamento di una biblioteca, dice, non troverà mai, e non dovrebbe trovare mai, una soluzione, semplicemente perché una biblioteca è un organismo in perenne movimento, un terreno vulcanico dove qualcosa sta sempre succedendo anche se dall’esterno non si percepisce.

Questa voce è stata pubblicata in Bibliofilia, Prosa e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *