di Antonio Errico

Mi dice che ha ripreso a leggere. Che per più di due mesi se n’è stato in casa, senza sfiorare pagina. I libri dai quali è circondato, che lo hanno richiamato per tutta una vita, all’improvviso gli sono diventati indifferenti, dice. Sono diventati inespressivi, muti, oggetti senza funzione e senza scopo.
Se n’è stato davanti al televisore, accasciato sul divano, accerchiato dalle notizie dei fatti che accadevano.
Mi dice che ha ripreso a leggere. Adesso che si può di nuovo uscire di casa, lui ha ripreso a leggere, restandosene in casa. Come ha sempre fatto. Come tutte le volte che ha rinunciato ad uscire, che ha elaborato menzogne con la famiglia, con gli amici, per poter cominciare un libro, per poterlo finire. Adesso che si può ricominciare ad uscire, lui ha ripreso a leggere. Così dice, e si chiede se fra le due cose ci sia un nesso, un senso che le annodi. Resta in silenzio. Riflette. Poi pronuncia la parola libertà. Forse il nesso fra le due cose è questo, dice. Forse il senso è in una condizione di libertà: quella di attraversare una storia o di attraversare una strada, una piazza, un qualche confine; quella di sentirsi addosso la leggerezza dell’aria, del vento, e quella di una parola, una frase. Il senso è nella libertà di indugiare, di scegliersi un ritmo per camminare o per sintonizzarsi con un racconto, di sfilacciare il tempo, di congetturare, di lasciarsi insidiare dalla noia. Ecco, anche la libertà di scegliere quando annoiarsi, con chi annoiarsi, se da soli, con gli altri, in casa propria, in un cinema. Si ferma ancora. Riflette ancora. Poi dice: la noia. E’ stato un tempo in cui ci siamo annoiati, dice, senza avere la libertà di farlo. Anche quando si legge, alle volte, ci si annoia, ma si sceglie il libro con cui annoiarsi, e si lascia alla noia la libertà di acquattarsi in un angolo, la libertà di starsene pronta ad assalire, quando vuole, quando le va. Poi, quando decide di assalire, si può scegliere, liberamente, di lasciarla fare, di consentirle la corrosione del rapporto con quello che stai leggendo oppure contrapporle significati nuovi o connotazioni, sfumature, gradazioni diverse dei significati vecchi.