di Ferdinando Boero
Non sono un esperto di produzioni industriali, ma so qualcosa di sostenibilità. La sostenibilità si fonda su tre sfere. La sfera 1 è quella ambientale, la sfera 2 è sociale, la sfera 3 è economica. Le leggi naturali, quelle della sfera 1, valgono anche nella sfera 2 e nella sfera 3. Il motivo è facilmente comprensibile: senza la natura non possono esistere né la società né l’economia. Se le sfere 2 e 3 non rispettano le leggi della natura, prima o poi dovranno pagarne le conseguenze. Le leggi della sfera sociale, la sfera 2, valgono ovviamente nella società ma regolano anche le attività della sfera 3, quella economica. L’economia si sviluppa in un contesto sociale e deve obbedire alle leggi da esso elaborate. La sfera 3 ha le sue leggi che, però, non possono essere in contrasto con quelle delle due sfere superiori, la sociale e la naturale.
Ora veniamo a Taranto. Le leggi della sfera economica hanno prevalso su quelle delle sfere sociale e naturale. L’economia ha prosperato facendo morire la gente (contravvenendo alle leggi sociali) e distruggendo l’ambiente (contravvenendo alle leggi naturali). Le leggi naturali non conoscono giurisdizioni, sono valide universalmente. Quelle sociali no, mentre quelle economiche, con la globalizzazione, sono diventate universali. Se produrre acciaio contravvenendo alle leggi naturali (e quindi proteggendo ambiente e società, in termini di salute) è economicamente conveniente e viene permesso, significa che l’economia è organizzata male.