di Ferdinando Boero
La burocrazia, come le tasse, è una cosa bellissima. Tutti i soldi che arriveranno per permetterci di ripartire derivano da tasse pagate da qualcuno, in Italia e in Europa. E quei soldi arriveranno se ci sarà una macchina burocratica che tradurrà in azioni concrete le decisioni del governo che, altrimenti, resteranno nel vuoto come le proverbiali gride manzoniane. Siamo abituati a pensare che le tasse siano un’imposizione odiosa (mettono le mani nelle tasche degli italiani) e che la burocrazia sia un ostacolo, così come, ai tempi di Reagan e Thatcher, passò il concetto che lo stato non fosse la soluzione ma fosse il problema. Arriva una pandemia e tutti chiedono che lo stato risolva i problemi, che vi faccia fronte. Ma non era un nemico da smantellare? E tutti chiedono soldi. Ma da dove vengono se non dalle tasse? E tutti chiedono che arrivino presto. Ma come arrivano se non c’è un apparato che li distribuisce? Il bello è che li vogliono anche a fondo perduto. Senza controlli. Abbiamo visto come l’assenza di controlli ha fatto crollare il ponte Morandi, e ha devastato i sistemi sanitari e ambientali. Certo, abbiamo bisogno di uno stato che funzioni, che spenda bene i soldi che vengono dalle tasse che paghiamo, e che li distribuisca in modo efficiente, attraverso un sistema burocratico che funzioni molto bene. Senza le tasse e senza la burocrazia non esiste lo stato.
Gli anarchico insurrezionalisti che, come Reagan e Thatcher, volevano smantellare lo stato e promuovere regimi di deregolamentazione in cui fosse il mercato a dettare le regole del gioco, hanno fallito. Ma avevano ragione a criticare lo stato. Funzionava male! Lo abbiamo visto con le autostrade, l’acciaio, i trasporti aerei, la sanità e in tanti altri campi. Le privatizzazioni hanno dato esiti peggiori. Tra buono stato e buoni privati, è ovvio che i proventi delle cose di stato vadano in tasca allo stato, mentre i proventi delle cose private vadano ai privati. Se lo stato li usa bene, i guadagni vanno a vantaggio di tutti i cittadini, invece che andare a vantaggio dei privati. Va benissimo l’iniziativa privata, basta che si faccia con i soldi dei privati. E che se le cose vanno male siano i privati a pagare il conto. Invece no, se le cose vanno bene i guadagni vanno ai privati, se le cose vanno male, le spese le deve pagare lo stato. È normale che poi lo stato sia indebitato in modo indecoroso. Abbiamo visto, storicamente, che i sistemi a base statale funzionano male, ma abbiamo visto che funzionano male anche quelli a base privata. Forse c’è bisogno di un’altra via, tutta da inventare. Questa emergenza, però, ci mostra che lo stato è insostituibile e che lo è anche l’Europa.