Scritti ecologici. Anno 2012

di Ferdinando Boero

A chi va il petrolio della Puglia?

Il Quotidiano ha pubblicato in un’intervista alcune mie impressioni sulle trivellazioni nel nostro mare. Avrei ancora qualcosa da dire. 
Studio il mare per mestiere, e mi astengo sempre dal fare valutazioni su questa materia se non ho abbastanza elementi per esprimere un parere che potrebbe essere considerato più di una semplice opinione di un cittadino. Su questo tema non ho abbastanza elementi, come studioso del mare. Però ne ho come cittadino, e come tale mi esprimo. 

Tutti usiamo il petrolio e, anche se penso che dovremmo affrancarci da questa schiavitù, non vedo una liberazione dal petrolio nel breve termine. Dobbiamo promuovere politiche in questo senso, ma intanto abbiamo bisogno di petrolio. Ora ci procuriamo petrolio con metodi che potrebbero essere etichettati come “imperialisti”. Andiamo a perforare il suolo o il fondo del mare di altri stati e importiamo il loro petrolio. Essere contrari all’estrazione di petrolio nel nostro territorio, estraendolo da altri territori, potrebbe essere definita un’ipocrisia. Se in Italia c’è il petrolio, penso che sia nostro dovere, in quanto consumatori di petrolio, di estrarlo, anche per diminuire la nostra pressione sul territorio di altri. E anche per affrancarci dalla schiavitù nei confronti dei produttori. 
Dovrebbe essere nostro interesse estrarre quel petrolio con tutte le cautele possibili, per evitare disastri. E questo lo dovremmo fare anche nei paesi dove siamo noi ad estrarre. Il più grave disastro petrolifero in Mediterraneo è quello della Haven, una petroliera che stava scaricando il suo petrolio nelle raffinerie vicino a Genova. Eh già. Anche se non lo estraiamo, visto che lo usiamo, prima o poi con il petrolio abbiamo a che fare e i rischi ci sono lo stesso.

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