Santa Caterina

di Gianluca Virgilio

Il compagno che li vide scomparire dietro l’angolo della scuola, stretti sulla vespa, e prendere la via del mare, con un cenno della mano promise loro di non dire niente a nessuno. Aveva capito che quel giorno non li avrebbe visti in classe. Le vacanze invernali erano trascorse troppo in fretta e così i due avevano deciso di prolungarle.

Si erano addentrati nella pineta di Santa Caterina con l’intento di raggiungere il limite del promontorio sul mare. Ma a un certo punto la pista coperta di aghi di pino era interrotta da un recinto, dentro il quale era stata costruita una lussuosa villa. Un cartello avvertiva trattarsi di PROPRIETA’ PRIVATA, dove la pineta lasciava il posto ad aceri e platani spogli. I proprietari della villa la abitavano solo d’estate e con ogni probabilità ci tornavano di rado durante l’inverno. Tutt’intorno solitudine e silenzio.

I due giovani scavalcarono il recinto per dare un’occhiata in giro e godersi il panorama marino dal belvedere che si apriva dinanzi alla casa. Ma una volta che ebbero scavalcato il recinto, la loro attenzione fu attratta da una finestra che era stata dimenticata aperta, dalla quale facilmente avrebbero potuto entrare nell’edificio. Detto fatto, con un balzo furono dentro. Si trovarono in una camera da letto ben arredata, da dove passarono, percorrendo un corridoio, in una grande sala su cui si affacciavano altre stanze. Quando si fermarono nel mezzo della sala, soli, nella semioscurità – sottili fasci di luce filtravano dai buchi delle tapparelle -, avvertirono un senso di paura e di smarrimento, che li indusse ad accostarsi l’uno all’altra e a stringersi la mano. Aprirono le tapparelle e rimasero incantati davanti alla vastità azzurra del mare. Poi, visitarono il resto della villa. In cucina, spalancate le ante della dispensa, apparvero confetture d’ogni tipo, confezioni di brioches e patatine, strudel e pan carré, buste di latte, pacchi di zucchero e caffé. In cantina era conservata una serie interminabile di bottiglie di vino, ben disposte sui ripiani delle scaffalature, prosciutti e formaggi, sottaceti e sottolio, carne e pesce in scatola in gran quantità. Era evidente che il proprietario di quella villa non si faceva mancare nulla.

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