La rondine del supermercato fu presto il pensiero dominante dei ragazzini che accompagnavano i genitori nelle loro spese. Appena arrivati nel grande atrio, essi lasciavano su un sedile poche briciole di pane o qualche insetto catturato prima di entrare, tra le auto del parcheggio. Era inutile: zelanti inservienti provvedevano subito a spazzare via tutto. La rondine rimaneva lontana da terra, imprendibile, sebbene qualcuno avesse provato a darle la caccia, poiché nei luoghi più impensati, tra le merci ben disposte sugli scaffali, di tanto in tanto si erano rinvenuti resti organici della sua povera digestione. In effetti, se qualcuno avesse potuto vederla da vicino, si sarebbe accorto che la rondine in meno d’un mese era notevolmente dimagrita, poiché lo spazio che essa utilizzava per la caccia aerea era sì molto ampio, buono anche per voli lunghi, ma ahimé, privo quasi del tutto di insetti, sterminati da diuturne accurate pulizie che avevano reso gli ambienti pressoché sterili. Giorno dopo giorno la rondine andava sempre più deperendo. Soleva guardare spesso i voli delle compagne sopra il tetto del grande centro commerciale attraverso le vetrate che l’avevano imprigionata in un’enorme gabbia. Da lì intuiva la gioia delle loro bocche aperte, ma non ne sentiva il garrito se non impercettibilmente, come un’interna vaga suggestione della sua mente. Ora spiccava solo brevi voli da una trave di cemento all’altra, non attentandosi più a percorrere in lungo l’intero spazio che le si apriva dinnanzi. Alla fine dell’estate, quando i primi temporali avevano rinfrescato l’aria, la direzione del centro commerciale dispose la riapertura delle grandi vetrate per dare aria ai locali.
La rondine aveva trovato rifugio in un canto del soffitto da dove poteva vedere gli spazi celesti, appoggiandosi al vetro col becco richiuso. Una folata di aria fresca le irrorò le piume e la rondine sentì nostalgia dei voli in compagnia delle sue sorelle, le gare a chi per prima inghiottiva un insetto, le ascese, le discese, le virate improvvise negli aerei camminamenti del cielo. Provò a spiccare il volo, ma non ci riuscì. I garriti delle compagne le suggerivano che entro breve tempo sarebbero migrate verso le terre del sud, e alcune, sul limitare della vetrata aperta, sembravano accennare alla rondine del supermercato, che le seguisse, che si sbrigasse ad andare con loro, che non c’era tempo da perdere! Ma un addetto alle pulizie era salito fin lassù con la scala, e stava dietro la rondine ormai spenta. Con un urlo, come si fa con un cane rognoso, scacciò le rondini dalla vetrata, perché non entrassero; poi, con un gesto rapido del braccio scopò via la rondine e, disceso a terra, la gettò nel cesto delle immondizie.
Fu così che il giorno dopo i ragazzini, entrando nel supermercato al seguito dei genitori, levarono in alto lo sguardo e nell’ampia volta dell’edificio sentirono che una rondine garriva.
[1999]