La rondine del supermercato

di Gianluca Virgilio

Aveva fatto capolino con le sue compagne dietro le grandi vetrate, attratta da un insolito luccichio che proveniva dall’interno, e subito spiccando il volo era penetrata assieme alle altre nel grande salone circolare su cui si affacciavano i negozi.  La gente, intenta agli acquisti di fine stagione, aveva sollevato lo sguardo al garrire frenetico delle rondini che giravano intorno alla cupola del padiglione centrale del supermercato, in alto, in preda al panico, e a tutti era chiaro che esse non ritrovavano più la via d’uscita. Cozzavano contro le vetrate chiuse, spinte dall’ingannevole miraggio del cielo; e sembravano non farsi male, poiché riprendevano subito il volo, solo leggermente stordite. Per qualche minuto quella giostra divenne un fenomeno da baraccone e incuriosì soprattutto i bambini. Gli adulti, infatti, dopo qualche levata di sguardi, ripresero a spingere i carrelli, incuranti di quel pazzo volo.

A sera, prima che le vetrate fossero richiuse, le rondini, tentando e ritentando, avevano trovato la via dell’aria aperta. Solo una di esse non aveva saputo seguire le sue compagne e, stanca per i lunghi tentativi, si era arresa. Quando poi fu notte e tutte le luci si spensero, la rondine non sentì il solito garrito frequente e continuo, quella musica che ogni notte le induceva un sonno tranquillo, ma un silenzio irreale, scandito di tanto in tanto dal passo pesante dell’uomo della sorveglianza che ispezionava i locali sottostanti. Ebbe paura e provò di nuovo la via d’uscita, ma tutte le vetrate erano state accuratamente richiuse e per quella notte dovette rimanere lì.

Di buon mattino si mise a caccia di insetti e in questa impresa perlustrò buona parte del supermercato, saltellando qua e là sui tubi dei grandi condizionatori d’aria, spiccando il volo da uno scaffale all’altro. Riuscì a catturare solo qualche mosca, pochi ragni e moscerini vaganti nell’aria. Sperava di poter tornare dalle sue compagne non appena avessero aperto di nuovo le grandi vetrate. Ma né quel giorno né i giorni seguenti le vetrate furono aperte perché la direzione del centro commerciale aveva stabilito che era tempo di chiudere ermeticamente ogni apertura per favorire la diffusione dell’aria condizionata. Fu così che la rondine divenne ospite del centro commerciale.

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