Fiabe 8. I due fratelli

Durante il viaggio, l’avaro fratello pensava a come ricavare il massimo guadagno dalla vendita del vino e, accecato dalla cupidigia, risolse di portarlo addirittura al palazzo del barone. Era costui non solo un gran produttore, ma altresì un estimatore e inveterato collezionista di buoni vini, sempre pronto ad acquistarne di nuovi. Si favoleggiava che nelle sue cantine fossero conservati centinaia e centinaia di vini diversi, provenienti anche dalle più lontane località della terra.

Chiamato dal suo maggiordomo, il barone ordinò che ne venisse spillato un po’ per l’assaggio, ma non appena avvicinò il bicchiere alle labbra sentì un fetore di pessimo aceto e, stomacato, ne gettò via il contenuto.

– Buttate questo mascalzone e il suo caratello fuori dal palazzo. E non mancate di dargli la giusta dose di legnate che merita quale ricompensa per il liquido pestilenziale che ha osato portarci.

I servi non si fecero pregare ed eseguirono l’ordine più che diligentemente.

Così il fratello maggiore tornò a casa senza un soldo e conciato per le feste.

Dopo una settimana veniva in città la fiera di San Giorgio e il secondo fratello pensò di portarvi il suo caratello di vino per venderlo a qualche taverniere. Detto fatto, lo caricò su un carretto e si mise in cammino.

Arrivato al crocevia, incontrò il mendicante accanto all’edicola di San Martino. Costui – che in realtà era un gran mago – gli chiese cosa portasse nel caratello ed egli rispose:

– Porto un vino che per me vale tanto oro quanto pesa, non solo perché invecchiato e di ottima qualità, ma soprattutto perché è stato fatto dal mio buon padre, venuto a mancare alcuni giorni or sono. Aspetta. Te ne voglio dare un orcioletto.

Il mendicante accettò il dono, bevve un po’ di vino, ringraziò il giovane e disse:

– E che oro finissimo sia per quanto pesa!

Percorso un altro tratto di strada, al fratello minore venne sete. Si fermò un attimo per spillare un bicchiere di vino, ma dal caratello non veniva fuori neanche una goccia.

Incapace di spiegarsi questo fatto misterioso, aprì la parte superiore del caratello e quale non fu la sua meraviglia quando si accorse che era colmo fino all’orlo di lucenti monete d’oro.

Così tornò a casa con quell’inaspettato tesoro. Si dice che visse felice e contento per molti e molti anni insieme alla moglie e ai figli.

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