di Paolo Vincenti
“Questo è
un mondo /che ti logora di dentro
ma non vedo /come fare ad essere contro.
Non mi arrendo /ma per essere sincero
io non trovo proprio niente /che assomigli al vero.
Il tutto è falso /il falso è tutto.
Il tutto è falso /il falso è tutto.”
(“Il tutto è falso” – Giorgio Gaber)
Qualche tempo fa, partecipai ai funerali di un conoscente. I funerali, nei piccoli centri, sono occasioni di socializzazione, si rivede gente che non si incontrava da tanto, e favoriti dalla pace e dal religioso silenzio che vi regnano, si scambiano quattro chiacchiere: ci si aggiorna sulle rispettive vite, si maligna di imbrogli e infedeltà coniugali, si calunniano gli assenti, poiché nei paesini ci si conosce un po’ tutti e ciascuno è roso da livore e invidia nei confronti di chi la sa più lunga di lui. Fra un “Eterno riposo” e un “Padre nostro”, si ripensa agli episodi della propria vita insieme con la persona scomparsa, si ripercorrono i momenti belli ma anche quelli brutti, e si indirizza allo scomparso un saluto affettuoso, un augurio di buon viaggio. Si fanno anche dei resoconti personali e ci si accorge quasi sempre di aver fallito. Per questo non frequento i funerali se non quando è strettamente necessario. I rimorsi o i rimpianti dal feretro si propagano e iniziano a lambire i nostri piedi salendo su fino alla giacca, e ci si deve allontanare per sfuggire a quella pressione fastidiosa, a quel venticello mortifero. Se il defunto non è un congiunto, ci si limita ad esprimere il cordoglio ai parenti più stretti; se invece si tratta di un famigliare, si portano dei fiori, oppure, quando i fiori non sono richiesti, del denaro che, contenuto in una bustina dove si è fatto ben attenzione a indicare il mittente, viene lasciato nel cestello sistemato ai piedi della bara. Se poi il grado di famigliarità è ancora più stretto, allora si commissiona un cuscino o una corona di fiori che l’impresario delle pompe funebri si premura di recapitare. Quando si avvicina l’ora fatale delle esequie, il prete che celebrerà la funzione arriva a casa.