Il settore della formazione è infatti cruciale ai fini della crescita economica. Un elevato livello di istruzione garantisce numerosi effetti positivi, dal momento che, come rilevato su basi teoriche ed empiriche, un’istruzione diffusa si associa al maggior rispetto delle norme formali, formali e morali. Dunque, un’istruzione diffusa si associa a una bassa propensione a commettere crimini. L’evidenza empirica mostra che fra il 2008 e 2009 la dimensione dell’economia sommersa è cresciuta in tutti i paesi dell’area euro. Le attività si sono “nascoste” al fisco nel tentativo di comprimere i costi.
La presenza di una dimensione elevata dell’economia sommersa proprio in quei paesi in cui la recessione è più marcata mette in moto un meccanismo perverso: la dimensione degli aggiustamenti strutturali necessari a mantenere in equilibrio i conti pubblici risulta tanto più grande quanto è maggiore l’economia sommersa. Il meccanismo si autoalimenta: maggiore l’economia sommersa, maggiore è la quota del PIL che sfugge al fisco, maggiori saranno le manovre restrittive di politica fiscale necessarie a far quadrare i conti pubblici, maggiore l’effetto sulla disoccupazione. La scarsità di risorse pubbliche disponibili rende impossibile implementare meccanismi redistributivi che allevino gli effetti della disoccupazione e del crollo della domanda accentuando sempre più la differenza fra ricchi e poveri. Una minore criminalità è una precondizione per l’incremento degli investimenti privati (essendo la corruzione e il crimine una ‘tassa occulta’ sui profitti di impresa) e l’aumento degli investimenti privati, a sua volta genera crescita economica dunque maggiori entrate fiscali dunque maggiori possibilità di spendere per il settore della formazione.
E’ possibile ottenere risorse recuperandole da alcune voci del bilancio pubblico. Ci si riferisce, in particolare alla riduzione delle spese per il reddito di cittadinanza alle maggiori entrate fiscali derivanti dalla lotta all’evasione e all’elusione e alle politiche di contrasto alla criminalità organizzata; all’anticipazione delle scadenze dei titoli del debito pubblico, così da ridurre l’onere degli interessi sul servizio del debito.
In quest’ultimo caso, si rileva il fatto che nella legge di stabilità 2020 la consistenza del debito è stata ridotta di circa 900 miliardi di euro, a valere sulle disponibilità del Fondo di ammortamento dei titoli di Stato.
Ciò consente un aumento dell’avanzo primario che potrebbe essere destinato a un programma di finanziamento del settore della formazione. Occorre ricordare che, dal 2009 ad oggi, le spese per istruzione sono andate costantemente riducendosi, in una spirale perversa di sottofinanziamento dell’Università, di aumento delle attività criminali e di conseguente riduzione del tasso di crescita. Sono stati anni di occasioni mancate. Sarebbe necessario invertire la rotta, giacché – come ebbe a dire Einstein – sarebbe follia ripetere la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia” di lunedì 10 febbraio 2020]