di Guglielmo Forges Davanzati
L’attuale condizione del Mezzogiorno è caratterizzata in primo luogo da un’inarrestabile fuga di giovani laureati e dal progressivo invecchiamento della popolazione. La riduzione del numero di residenti al Sud fa sì che la domanda interna si riduca – per effetto della compressione dei consumi – e che conseguentemente il tasso di occupazione in quelle aree si riduce. La letteratura specialistica sull’argomento fa osservare che, a partire dal secondo dopoguerra, vi è stata una rottura del patto generazionale, secondo un fenomeno noto come “seconda transizione demografica”.
L’economia meridionale è attualmente caratterizzata dal proliferare di imprese di piccole dimensioni, con bassa propensione all’innovazione, dipendenti dal credito bancario e in moltissimi casi a gestione familiare. In tali condizioni, è difficile ipotizzare che queste imprese assumano lavoratori con elevato titolo di studio.
Si renderebbe necessaria un cambio di marcia per destinare maggiori risorse alle aree più deboli del Paese. Il Mezzogiorno è in una condizione di stagnazione da diversi anni, imputabile alle seguenti ragioni
Una possibile strategia per contrastare il declino economico delle regioni del Sud consiste nel reperire maggiori risorse da destinare al settore della formazione.