di Ferdinando Boero
Un solo pianeta, nell’universo conosciuto, ospita uno stato della materia che non trova riscontri altrove: lo stato vivente. La materia vive per poco tempo, poi “passa di stato” (muore), per poi riprendere vita, generazione dopo generazione. Succede alla nostra specie, e a tutte le altre, da miliardi di anni. La materia vive grazie all’acqua: copre il 71% del pianeta e l’oceano, con la profondità media di 3.500 m, è un volume “pieno di vita”, che non si ferma mai. L’acqua muovendosi e cambiando di stato, genera le condizioni che permettono la vita: evapora e diventa nuvole, poi torna giù, come pioggia, scorre verso il mare attraverso i fiumi, e sparge vita dovunque arrivi. Ai poli, e sulle alte vette, diventa solida e forma il ghiaccio.
Ai poli, i motori freddi, l’acqua marina gela e perde i suoi sali: il ghiaccio marino è fatto di acqua dolce. I sali restano nell’acqua sottostante che, diventata salata e fredda, è molto densa e affonda: si innesca il motore freddo delle correnti, con la formazione superficiale di acque profonde. Al polo nord l’acqua artica fredda, salata e ricca di ossigeno, scende verso le grandi profondità marine: un fiume che attraversa l’oceano Atlantico e porta vita dove la luce non arriva, giunge al polo sud e si unisce all’acqua densa dell’Antartide, l’altro motore freddo. L’acqua fredda gira in profondità attorno al continente antartico, risale verso il Pacifico e l’Indiano, arriva in superficie, si scalda ai tropici e torna verso il polo sud, girando attorno all’Antartide con una corrente parallela a quella profonda, per poi percorrere l’Atlantico in superficie e risalire verso il Polo Nord. Abbiamo imparato questi movimenti dell’acqua poco per volta, corrente per corrente. La Corrente del Golfo, che dal Golfo del Messico arriva fino all’Artico e mitiga il clima dell’Europa settentrionale, è solo un pezzo del sistema circolatorio oceanico: poi gela e torna verso gli abissi, arrivando al Polo Sud, fa il giro del Pacifico e torna in Atlantico. Un’unica grande corrente, il grande nastro trasportatore oceanico, connette tutti gli oceani e li fa diventare uno. Si calcola che una molecola d’acqua ci metta mille anni per fare il giro completo del pianeta. Una piccola ma significativa porzione dell’acqua che “gira” evapora e forma le nuvole. Il clima oceanico genera il clima atmosferico, e ne è a sua volta influenzato: tutto è collegato, in un sistema di ecosistemi, le macchine che tengono in vita la materia, in un gioco di continui cambiamenti di stato. Gli organismi che vivono fuori dagli oceani (noi, per esempio) non sono indipendenti dall’acqua: è sempre l’oceano che li fa vivere. Basta guardare in cielo: quelle nuvole che ci danno vita attraverso la pioggia, sono l’oceano che vola!