Questo processo provoca, in particolare nei periodi di crisi economica, una riduzione dell’economia legale ed una crescita di quella criminale. Anche per tali ragioni delle organizzazioni criminali hanno già assunto il controllo di interi Paesi o parte di essi e ciò non accade solo nel “terzo mondo”.
Possiamo dire che siamo in presenza di una vera guerra contro la coesione stessa degli Stati. È vero che questa guerra viene anche da settori non considerati criminali (sistema economico-finanziario privo di controlli efficaci, “paradisi fiscali” ecc.), ma è anche vero che uno Stato non può reggersi se parte consistente della sua popolazione fa uso di stupefacenti. Se le droghe, soprattutto quelle considerate “pesanti”, indeboliscono i cittadini, ciò non può non avere conseguenze sulla tenuta dello Stato. Se il consumo di stupefacenti dovesse diffondersi tra il personale sanitario o tra militari che utilizzano armi particolarmente pericolose cosa potrebbe accadere?
Inoltre, sappiamo molto bene, anche per esperienza diretta, che le mafie possono trasformare intere società statali, la loro vita politica, la loro economia, la loro finanza e persino i loro rapporti sociali. Sappiamo anche che le organizzazioni criminali hanno da sempre (almeno dall’Unità d’Italia ad oggi), avuto un ruolo importante nella nostra storia, ma ora sono ancora più ricche e potenti grazie al traffico di stupefacenti, che alimenta un’economia criminale che ha ramificazioni mondiali[2]. Tutto ciò dovrebbe indurci a pensare che è in pericolo la tenuta delle nostre stesse istituzioni democratiche, già molto deboli nel Meridione d’Italia.
Purtroppo non è semplice agire contro queste organizzazioni criminali anche perché lo stesso sistema economico legale è caratterizzato da non poca opacità, basti pensare ai cosiddetti “paradisi fiscali”, presenti nella stessa Unione Europea, all’economia sommersa, all’enorme evasione fiscale, alla contiguità di parte della nostra società con queste organizzazioni, alla corruzione diffusa in tutti i settori.
Facciamo qualcosa in più almeno per ridurre il consumo di queste sostanze.
[1] In “Fiumi d’oro” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, Mondadori, 2017
[2] Basti pensare alle tante criminalità organizzare di importazione che operano in Italia ed in tutta Europa.