di Giuseppe Spedicato
La vendita ed il consumo di droghe, sono spesso associate solo ai danni che tali sostanze provocano a coloro che ne fanno uso ed alle loro famiglie. Il fenomeno però ha anche altre implicazioni. La più importante è che le criminalità organizzate mondiali prosperano soprattutto grazie al commercio degli stupefacenti.
I proventi di tale traffico sono tali da creare un’economia criminale, che in alcuni Paesi supera l’economia legale. Siamo quindi in presenza di un fenomeno che gioca un ruolo geo-economico a livello mondiale. Ciò avviene attraverso il riciclaggio di enormi quantità di denaro “sporco”, che vengono immesse nell’economia legale. Si stima che la sola “ndrangheta” fatturi ogni anno circa 43 miliardi di euro, di cui almeno il 75 per cento viene reinvestito nell’economia legale. “Quelli che scorrono sono veri e propri fiumi d’oro (si parla di traffico di cocaina): la mafia calabrese li investe nell’edilizia, nel settore immobiliare, nel terziario, nell’eolico, nei rifiuti, ma anche nel turismo, nel lusso, e persino nei centri di accoglienza. E lo fa grazie a una miriade di alleanze strategiche con funzionari pubblici, bancari, avvocati, commercialisti, broker senza scrupoli. Perché la corruzione continua a essere l’ossatura del potere mafioso” [1].
Non pochi affermano che se il narcotraffico venisse debellato si avrebbero conseguenze sull’intera economia mondiale. In buona sostanza l’economia criminale sarebbe indispensabile.