Nato a Bari nel 1914, da genitori leccesi, Bodini trascorre a Lecce l’infanzia e l’adolescenza. Soffocato dall’ambiente leccese, insofferente all’atmosfera della provincia, scappa da questa città per proseguire gli studi a Firenze, dove si laurea in filosofia. Ma, anche se fisicamente lontano, il Sud gli resta nel sangue e nel pensiero. Bodini torna nel Sud da cui era fuggito e inizia a collaborare alla rivista Vedetta Mediterranea e a pubblicare le sue prime poesie su Letteratura. Trascorre, poi, due anni in Spagna, luogo in cui comprende che il Sud non è solo entità geografica. Esiste il Sud interiore, intimo, dimensione fantastica che decide di porre al centro del proprio universo letterario. Il Meridione di Bodini è quello dei cieli sanguigni all’ora del tramonto “da bestia macellata”, è quello degli ulivi, della luna e del basilico, è la terra in cui “la luce pare di carne cruda”. In una sorta di panismo, il poeta diventa tutto quello su cui il suo sguardo si posa, ed è “ulivo e ruota d’un lento carro, siepe di fichi d’India, terra amara dove cresce il tabacco”. Il Sud di Bodini è una condizione interiore in cui la letteratura si congiunge con la realtà, la fantasia si insinua nelle zolle di terra, nelle case dai muri di tufo arsi dal sole; è il Sud delle processioni di santi, dell’odore di agrumi e del vento di scirocco che fanno da palcoscenico ad un profondo senso di intimità che si disperde in “una grande pianura”.
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