di Paolo Maria Mariano
Si può fare giornalismo riportando solo i dati, oppure partendo da essi per fornirne valutazione. Si può oscillare dall’uno all’altro modo, attraversando le sfumature intermedie, oppure si può scegliere di agire sempre allo stesso modo, senza variare l’approccio. In ogni caso, la scrittura deve essere sorretta da dignità, consapevolezza, misura, ritmo. Questi aspetti qualitativi sono necessari anche nella conduzione di un giornale; la loro interazione permette di fare scelte di carattere editoriale, sia pur nelle restrizioni imposte dalla necessità di completare il numero che deve uscire in una certa data, vincoli temporali che, talvolta, quasi costringono a pubblicare qualche articolo di chi a stento trattiene la smania di visibilità, negando di averla, e ha poca sostanza, articoli che, però, si ha l’attenzione di stemperare in un insieme di altri interventi di maggiore solidità.
L’esercizio di questo modo d’intendere la scrittura e di gestire un giornale non necessita per forza di una grande testata; può bastare un quindicinale cittadino, otto pagine costruite con passione, nonostante i vincoli temporali e la penuria di contributi.