La lunga stagnazione dell’economia italiana

di Guglielmo Forges Davanzati

Non vi è accordo unanime, fra gli economisti, in merito ai fattori che, nel lungo periodo, hanno determinato la lunga stagnazione dell’economia italiana. Si fronteggiano, a riguardo, due posizioni nettamente contrapposte. La prima riconduce la lunga crisi dell’economia italiana alla debolezza istituzionale, con particolare riferimento alla breve durata dei Governi. La seconda fa dipendere la stagnazione dell’economia italiana dal progressivo indebolimento della sua struttura produttiva.

Ci si riferisce in particolare al fatto che, almeno a decorrere dalla fine del ciclo di lotte operaie degli anni settanta, e dopo la fine del miracolo economico, il modello di crescita trainato dalle esportazioni, che aveva trainato lo sviluppo dell’economia italiana negli anni sessanta si arresta: un modello basato su bassi salari e svalutazione della lira. Ciò a ragione dell’aumento dei salari che fa seguito al ciclo di lotte operaie che si avvia a partire dalla fine degli anni sessanta e che dunque riduce la competitività internazionale delle nostre imprese, riducendo, per conseguenza, le nostre esportazioni.

L’aumento dei salari monetari rende più difficile per le imprese italiane competere sui mercati internazionali, considerando l’aumento dei prezzi che ne consegue. Le imprese italiane reagiscono provando a recuperare margini di profitto attraverso l’aumento dei prezzi. Segue una fiammata inflazionistica, che raggiunge livelli allarmanti negli anni compresi fra il 1973 e il 1982, anche per effetto del primo shock petrolifero dell’autunno del 1973.

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