Ital-i-eni 31. Vegan party

Dice, sono l’immagine della salute.  Va bene! Dice, sono persone a modo e realizzate. Va bene! Rispetto per tutte le forme di vita (“Apapaia apapaia rispetta le mie idee!”). Ma privarsi di certi piaceri non rende la vita degli adepti un po’ più piatta, meno piena? E non occorre scomodare Epicuro e la sua teoria del piacere, andando tanto indietro nel tempo, per avallare la mia tesi, ma basterà fermarsi al Settecento per citare il grande filosofo De La Mettrie, gran ghiottone, ateo e materialista, il quale in un banchetto dato in suo onore divorò talmente tante leccornie, proprio per non farsi mancare nulla, da schiattare. Oddio! La fine indecorosa del filosofo potrebbe invero confutare la mia tesi, se non sapessimo che non fu la scorpacciata di faggiano e tartufi ad abbatterlo, ma il salasso che poco avvedutamente il medicone si praticò subito dopo. I vegani rifiutano ogni forma di sfruttamento degli animali a scopo di alimentazione, abbigliamento, spettacolo, intrattenimento, sperimentazione scientifica medica o farmacologica, ecc. Come si fa a rinunciare alla carne, al pesce, ai latticini? E che dire del miele, della pappa reale, del propoli? Solo a nominarli mi viene l’acquolina in bocca. Mio figlio  spera d’inverno di buscarsi la tosse solo perché la madre possa fargli gustare queste prelibatezze che normalmente gli sono precluse, essendo un bimbo un po’ sovrappeso. Ma le bestie sono fatte per essere ammazzate, e poi, se si parla di rispetto, sono proprio i vegani che dovrebbero rispettare chi non lo è, mentre a volte furoreggiano contro i carnivori giungendo alle spicciole e malmenando brutalmente chi osa prenderli in canzone (ammetto, sbertucciarli come ha fatto Cruciani de “La zanzara”, non va bene). E poi, coerenza! Come si fa a rinunciare ai prodotti animali ? Ma se gli uomini primitivi non si fossero dati alla caccia, oggi dove sarebbe Paola Maugeri? Se non si fossero coperti con pellicce per superare i rigori degli inverni, oggi dove potrebbe propagandare la propria scelta di vita Red Ronnie? Poi ci sono i convertiti: Jovanotti, Adriano Celentano, Claudia Cardinale. Ci sono anche molti cuochi famosi di cucina vegana, ma loro lo fanno per business, mica per la causa, così come i negozi che vendono prodotti per celiachi non sono certo mossi da intenti filantropici, ma solo dalla grana. Una mia cara amica, l’ultima in ordine di tempo, è diventata vegana, solo che il padre fa il macellaio e quindi è un po’ come uno dei colmi delle barzellette. Io, fossi il padre, l’avrei estromessa dall’asse ereditario.

LUGLIO 2016

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