Sud: partire dalle colpe per afferrare il futuro

di Antonio Errico

Il libro di Claudio Scamardella

Questo Sud. Questo Sud con le sue storie profonde, con le sue brucianti passioni. Questo Sud con le sue colpe confessate o taciute, i suoi alibi audaci, le sue indubbie o presunte ragioni. Questo Sud con la sue pacate inquietudini, il suo tedio orgoglioso, con i suoi astratti furori. Questo Sud che confonde i peccati con le remissioni. Questo Sud con le sue antiche e nuove, reali o pretestuose “questioni”, i suoi precari equilibri, le sue dissipate occasioni. Questa Puglia, questo Salento, questo Sud del Sud. Periferia infinita, estremità, frontiera. Interrogativo incessante. Racconto inconcluso. In questo Sud si addentra Claudio Scamardella con il suo saggio pubblicato da Manni che ha come titolo “Le colpe del Sud”, da venerdì nelle librerie. In questo Sud che conosce perfettamente: per origine, per cultura, per mestiere. Si addentra nei suoi paesaggi sociali, culturali, politici, economici, umani, rivelandone tensioni e contraddizioni, luoghi comuni, false rappresentazioni, svuotate mitologie. Nei suoi paesaggi si addentra, razionalmente e sentimentalmente coinvolto dal Sud, che in nome e per conto del sentimento che prova stabilisce con questo universo geografico, storico, antropologico, un rapporto senza infingimenti, senza indulgenze, senza ipocrite mediazioni. Cominciando dagli sbagli: che sono come le “questioni”: vecchi e nuovi. Cominciando dalle colpe, dalle omissioni, da giudizi e pregiudizi, dagli inganni e i tradimenti che, consapevolmente o inconsapevolmente, abbiamo perpetrato nei confronti di noi stessi.

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