“Me ne frego!” Di fronte al crescente carico di responsabilità che l’uomo nel divenire adulto deve sopportare, ad un certo punto, scatta liberatorio quest’urlo. “Me ne frego!” Di fronte alle vessazioni dello stato italiano, che colpisce il cittadino con l’imposizione più alta d’Europa, il contribuente che non ce la fa più a pagare, così si sfoga: “me ne frego!” Di fronte al malaffare, all’intreccio fra mafia e politica che stringe in una morsa il nostro Paese, si trincera dietro un “me ne frego!”
Sovente accanto all’espressione “me ne frego”, quando è anticipata dalla negazione “non”, si trova il sostantivo “niente”: “non me ne frega niente!”; oppure, peggio, il termine osceno che indica il membro maschile: “non me ne frega un cazzo!” . Ma due negazioni affermano, quindi è come se inconsciamente chi professa superiorità o disinteresse per qualcosa avesse ancor di più quel qualcosa a cuore e ostentasse menefreghismo per mascherare la propria partecipazione emotiva.
Il menefreghismo è tipico del disfattista, del nullafacente, dell’indolente. L’uomo qualunque si candida alle più alte cariche dello stato. Inizia la sua scalata politica sostituendo all’ “I care!” di Obama il suo “Me ne frego!” ( “I don’t care!” grida l’uomo qualunque, “I love it”, gli rispondono le Icona pop). Il suo manifesto elettorale diventa quello nero sul quale giganteggia la frase “you don’t care what i think, so I don’t care what you do”, sotto un enorme dito medio in assetto di guerra, cioè “a te non importa quello che penso e a me non importa quel che fai”, riportato senza traduzione in totale spregio di chi non conosca la lingua inglese. Abbandono della dimensione pubblica, ritorno al privato. Il programma dell’uomo qualunque prevede la soddisfazione di interessi e bisogni primari, cioè i suoi. Dall’olismo si passa dunque ad un individualismo esasperato, tutto arroccato sulla difesa dei propri interessi, senza alcun ritegno per quelli degli altri, della collettività, alla quale viene indirizzato un indiscriminato e assoluto “Me ne frego!” . Ma tutto questo non è nascosto dall’uomo qualsiasi, ma bellamente dichiarato. E il popolo degli elettori qualunque, anziché voltargli le spalle, sbeffeggiarlo come per uno Stentarello, lo seguono, gli danno credito.
Di fronte al triste spettacolo offerto dai politici che si insultano e si picchiano nelle aule del Parlamento, l’uomo qualunque pensa “Me ne frego!”. Di fronte allo scandalo delle partecipate e dei loschi affari che fanno le cooperative di accoglienza sulle spalle dei migranti ma anche degli italiani onesti, barbuglia “Me ne frego!”. E davanti ad extracomunitari e richiedenti asilo, barboni italiani e senza tetto di ogni nazionalità, religione ed etnia, passa oltre imperturbabile e bofonchia cinico “Me ne frego!” il menefreghismo diventa manifesto programmatico, stile di vita, forma mentis, bandiera politica e sociale. Antropologicamente connaturato, endemicamente italiano.
LUGLIO 2016