di Gianluca Virgilio
Ambasciatori d’Italia presso il Vaticano tra il 1929 e il 1943 in un libro di Mario Casella edito da Mario Congedo
Il professore Mario Casella, docente di Storia Contemporanea nell’Università del Salento, da anni è impegnato in una disamina puntuale e tutta fondata sulla documentazione d’archivio, della storia del cattolicesimo in età contemporanea, un cattolicesimo indagato nei vari rapporti con lo Stato, la Chiesa, le associazioni, e considerato come centrale nella società italiana. E’ trascorso appena un anno dal suo ultimo Chiesa e società in Italia tra fascismo e democrazia. Il conflitto sulla laicità dello Stato (1943-1948), Congedo Editore, Galatina 2008; e già si pubblica dello stesso Casella un ponderoso volume di 647 pagine, dal titolo Gli ambasciatori d’Italia presso la Santa Sede dal 1929 al 1943 con sottotitolo Profili di Cesare Maria De Vecchi, Bonifacio Pignatti Morano Di Custoza, Dino Alfieri, Bernardo Attolico, Raffaele Guariglia, Galeazzo Ciano, Congedo Editore, Galatina 2009, col quale l’autore aggiunge un altro tassello a quella che è ormai da considerare come la sua ricerca privilegiata.
Questa volta Casella si è avvalso soprattutto di due archivi, da cui ha tratto gran messe di documenti: l’Archivio Storico e Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e l’Archivio Segreto Vaticano, che gli hanno permesso di ricostruire i rapporti tra il Vaticano e lo Stato italiano in un quindicennio cruciale per la storia del Novecento, dal 1929 al 1943, ovvero dal Concordato alla caduta del fascismo. I protagonisti del volume sono naturalmente, come da titolo, gli ambasciatori italiani, in tutto sei (De Vecchi, Pignatti, Alfieri, Attolico, Guariglia, Ciano), e i Segretari di Stato vaticani che si susseguono nel tempo: i cardinali Gasparri, Pacelli e Maglione; sicché, di riflesso, il libro contiene non solo il profilo dei sei ambasciatori, ma anche quello dei loro interlocutori. Di più, alle loro spalle si stagliano i profili di chi in definitiva prendeva le decisioni finali e determinava la politica del tempo, ovvero Mussolini, con Grandi e Ciano come Ministri degli Esteri da una parte, e il papa Pio XI e Pio XII dall’altra. Questi, dunque, i protagonisti e, se non fosse per i limiti tematici imposti dall’ambito della ricerca – ma, si sa, ogni storico sceglie il suo campo d’indagine -, sembrerebbero essere gli unici contendenti della storia italiana di quel periodo.
Casella li fa parlare in modo diretto, senza intermediazioni di sorta, o quasi. In realtà, lo storico funge per così dire da regista e organizza i materiali d’archivio e li dispone secondo una precisa strategia, volta a dipanare una storia che, contro ogni resistenza delle gerarchie ecclesiastiche (si ricordi il motto cardinalizio di papa Pacelli: “Opus justitiae pax, Pace nella giustizia” p. 292), conduce lentamente verso la catastrofe della seconda guerra mondiale.