di Antonio Prete
a Raúl Zurita
L’unicorno ferito che ritorna
racconta di una fine che non ha mai fine,
racconta di corpi bruciati nelle strade,
di nubi crocefisse al mattino.
Dice che le lenzuola di morte coprono le piazze.
Hanno spento, dice, il firmamento
che pendeva sulle cupole delle moschee.
L’unicorno ferito che ritorna
racconta di Shahrazad : è un tronco di gesso, dice,
ora galleggia in una pozzanghera,
il suo mantello azzurro è sporca fanghiglia.
Quando la luna, dice, si leva la sera nel cielo
la fanno esplodere in mille gocce di pianto.
.
Il Tigri e l’Eufrate, dice ancora, sono due rivoli
di sangue nella carta dell’Impero.