Se Internet appiattisce il cervello

di  Antonio  Errico

Forse qualcuno potrebbe anche non crederci: quelli che sono nati al principio di questo secolo potrebbero anche non crederci, ma c’è stato un tempo, un lungo, lunghissimo tempo, in cui internet non esisteva. Ci sono quelli che non possono crederci, che se per un’ora non riescono a collegarsi, precipitano nel panico, vengono presi da una sorta di asfissia. In fondo è come quando durante un temporale se ne va via la luce. I vecchi che ricordano com’erano le case quando l’energia elettrica non era arrivata ancora, da un qualche cassetto tirano fuori la candela, l’accendono e si muovono come fosse luce di sole. Gli altri brancolano, si sentono persi, perché non possono vedere la televisione. 

Nel corso di quel lungo, lunghissimo tempo, in cui internet non esisteva,  si sono scoperte terre nuove e si è arrivati fino alla Luna, sono state fatte scoperte scientifiche sorprendenti, mirabolanti, sono stati scritti poemi, sono stati scritti romanzi, sono stati elaborati studi fondamentali, essenziali, riguardanti ogni disciplina, sono stati scoperti pianeti, stelle, galassie.

Al tempo che internet non esisteva, l’uomo ha costruito  il cannocchiale, la macchina a vapore,  il telegrafo senza fili, statue di marmo e musiche che durano ancora, che dureranno ancora. In quel lungo, lunghissimo tempo, sono state realizzate le condizioni che hanno consentito l’invenzione di internet. Senza internet si è costruito un  sapere che non è stato di livello inferiore a quello che si costruisce con internet. Anzi, forse è stato di un livello superiore.    

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