di Salvatore Coppola
Curiosità a Torino per Liborio Romano all’apertura del Parlamento nazionale
Dopo l’annessione del Mezzogiorno al regno sabaudo (sancita ufficialmente con il Plebiscito dell’ottobre 1860), a fine gennaio 1861 si tennero le elezioni per il primo Parlamento italiano. Alle stesse parteciparono solo i cittadini che, in base al reddito, possedevano il requisito dell’elettorato passivo, ovvero poco più del 2% della popolazione; primo Parlamento italiano, sì, ma VIIIª Legislatura, in continuità con il Parlamento subalpino! Nell’ex regno brbonico, dopo la breve esperienza di governo di Garibaldi, operava il Consiglio di Luogotenenza presieduto da Eugenio di Savoia, del quale facevano parte, tra altri, i nostri conterranei Liborio Romano e Giuseppe Pisanelli. L’esperienza all’interno di quel Consiglio non fu gratificante per nessuno dei due, che lamentarono, in più occasioni, le pesanti interferenze di Costantino Nigra (l’uomo forte di Cavour nel Mezzogiorno continentale) nelle scelte politiche e amministrative.
Del contesto politico legato all’esperienza del Consiglio di Luogotenenza scrisse Pisanelli in una lettera privata inviata il 17 gennaio 1861 all’amico Giuseppe Massari (con il quale Pisanelli aveva stretto profondi legami di amicizia fin dal biennio “rivoluzionario” del 1848/1849). La lettera (probabilmente inedita, come – credo – lo siano molte di quelle indirizzate a vari personaggi politici del tempo, da Carlo Farini a Pasquale Stanislao Mancini, da Antonio Scialoja allo stesso Massari), è inventariata nell’archivio storico del Museo del Risorgimento di Roma.
Il 17 gennaio 1861, Pisanelli informò Massari sulla sua breve esperienza all’interno del Consiglio di Luogotenenza e sui “modi” di Costantino Nigra che avevano suscitato una “pessima impressione”: