Gli studenti, ascoltando le stesse lezioni, imparando a memoria gli stessi manuali, leggendo la stessa compagine della lettura obbligatoria, divengono intellettualmente simili uno all’altro, un gregge di pecore, incapace di pensare col proprio cervello.
La tesi di laurea può essere un potente fattore di sviluppo individuale, perché la diversità dei temi da studiare crea lo spazio per la desiderata diversificazione degli intelletti. C’è però un problema molto delicato che è la scelta del tema. Un conflitto di sacrosanti diritti tra i professori e gli studenti. Il professore crede di avere il privilegio di scegliere e di imporre i temi agli studenti, servendosi dei seguenti argomenti:
- agli studenti manca la capacità di scegliere i temi,
- avendo la libertà di scegliere, sceglieranno i temi più facili,
- le ricerche fatte dagli studenti (e tanto più dagli assistenti) devono essere utili alla realizzazione del programma delle ricerche del professore,
- lo scopo principale della tesi di laurea è l’esame delle conoscenze e capacità del laureando.
In difesa dei diritti dello studente si possono riportare tre altri argomenti:
- la scelta del tema della propria ricerca è anzitutto un atto di autocreazione; lo studente deve avere la libertà di formare la propria personalità svolgendo la ricerca sul terreno che lo affascina con i suoi problemi,
- solo il tema che affascina può liberare le energie indispensabili per creare un’opera di valore e dimostrare la propria capacità di svolgere la ricerca,
- scegliendo il proprio tema si ha la possibilità di sviluppare i germi della propria diversità, condizione indispensabile di uscire dall’uniformità del gregge ed entrare nella Repubblica delle Lettere, nella quale ogni cittadino è diverso dagli altri.
Le mie pluriennali esperienze di educatore mi hanno avvicinato il modo di risolvere questo conflitto.
Se io, come professore, ho la libertà di scegliere l’oggetto della ricerca che mi affascina, non ho bisogno di “imporre” i miei temi agli studenti, perché certamente avrò la capacità di affascinarli con i temi proposti, che, in quanto tali e non imposti, possono divenire temi liberamente scelti dallo studente. Anzi, lo studente, affascinato dalle ricerche svolte da me, può scegliere un tema e proporre di inserirlo nei piani di ricerca miei e del mio gruppo. Invito gli studenti all’iniziativa di ideare e proporre i temi di ricerca. Naturalmente non sono obbligato ad accogliere tutte le proposte; essi del resto hanno la libertà di scegliere un altro professore per le loro tesi.
Questa lunga introduzione è indispensabile per spiegare che nella mia filosofia il concetto di buona scelta dell’oggetto della propria ricerca ha un’importanza fondamentale per i suoi legami con la lotta tanto per la libertà di ricerca scientifica e dell’attività filosofica, quanto per il diritto alla creazione di se stesso.
Adesso deve essere chiaro perché nell’introduzione all’Italia Pensante ho mostrato che la mia propria personalità è stata formata anzitutto dai miei pluriennali studi su Bruno e Vanini come oggetti della mia propria libera scelta di ricerca ed ho espresso la mia ammirazione per gli Italiani capaci di concentrarsi su oggetti ben scelti, filosofi e studiosi che nella breve introduzione non mi fu possibile elencarli tutti.
[“Presenza taurisanese” anno XXXVII n. 10 – ottobre 2019, p. 9]