di Gianluca Virgilio
“Il singolo istante temporale, in quanto lo si voglia determinare come temporale, non può concepirsi come rigida esistenza sostanziale, ma solo come l’oscillante trapasso dal passato al futuro, dal non più al non ancora. Se l’ ”ora” viene inteso diversamente, se viene inteso in senso assoluto, esso in realtà non costituisce più l’elemento del tempo, ma la sua negazione. Il movimento temporale appare allora fermato in esso e perciò distrutto.”
Ernst Cassirer, Filosofia delle forme simboliche I, Il linguaggio, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1967, p. 38.
Vorrei parlare dell’ultima raccolta di poesie di Antonio Prete, Tutto è sempre ora, Einaudi, Torino 2019, n. 466 della pregevole collana Collezione di poesia, limitandomi a leggere la terza poesia, Nel respiro dell’ora (p. 7), da cui è tratto il titolo del libro.
Come recita l’esergo di Thomas S. Eliot, che Prete premette a questa poesia, And all is always now, emistichio di Four Quartets, Burnt Norton V, l’ “ora” è il centro nevralgico della poesia, il punto di coagulo di una storia individuale, ma anche della storia del mondo e degli infiniti universi. L’ “ora” è il momento in cui il tempo, che per sua natura è irreversibile, smette di scorrere e tutto si rapprende in un istante incommensurabile, acronico. L’ “ora” non è più “l’oscillante trapasso dal passato al futuro”, come dice Cassirer, “non costituisce più l’elemento del tempo, ma la sua negazione”.
L’inizio, i fuochi e le pietre stellari
dell’inizio, la fiumana di tempo
fatta conchiglia, deserto, montagna,
le voci d’animali nelle selve,
tutto è sempre ora.
Quattro endecasillabi e un senario per dire la storia del mondo, dal Big Bang alla formazione della Terra, fino alle “voci d’animali”, compresa quella umana, dell’uomo nel suo stadio ferino, che vichianamente si aggira e fa sentire la sua voce “nelle selve”. Tutto quanto è accaduto in milioni di anni è nell’ “ora” presente, che ha fermato le esplosioni nucleari dell’inizio, “il fuoco e le pietre stellari”, ha bloccato “la fiumana di tempo”, ha condensato tutto nel punto in cui la vita si è liberata da ogni condizionamento temporale e pienamente si è realizzata nell’integralità del sentire poetico.