La Carta Archeologica di Vaste

 Da allora le attività sistematiche di ricerca hanno prodotto una messe importante di conoscenze, grazie alla collaborazione tra Università di Lecce, Scuola Normale Superiore di Pisa ed Ecole francaise di Roma: in questo quadro chi scrive ha potuto condurre, insieme a Jean Luc Lamboley, scavi che hanno permesso di definire lo spazio insediativo di Vaste, delimitato da possenti fortificazioni in blocchi e le diverse funzioni svolte dalle singole zone dell’abitato. Tra le più importanti acquisizioni si ricordano il complesso residenziale messapico, riferibile ad un gruppo famigliare dominante della prima età ellenistica, contiguo al noto Ipogeo delle Cariatidi, il luogo di culto di Piazza Dante e lo straordinario complesso della necropoli rupestre sorta intorno alla chiesa paleocristana di fondo Giuliano. E’ stato possibile attivare, in questi ultimi decenni, importanti finanziamenti della Regione Puglia che hanno portato, su progetto di chi scrive, elaborati in collaborazione con l’architetto Francesco Baratti, alla creazione del “Parco dei Guerrieri” e del Museo Archeologico di Vaste, collocato all’interno del Palazzo Baronale. A seguito di questi interventi si è creato un sistema di valorizzazione di un territorio, con punti di forza dai quali devono partire nuove iniziative di tutela e di valorizzazione, in un paesaggio così ricco di Storia, che già il Galateo, nel De situ Iapygiae, aveva efficacemente descritto agli inizi del Cinquecento: “Eius pars in humili clivo, pars in plano posita erat”.

La realizzazione di questa Carta Archeologica costituirà certamente uno strumento propulsivo di ulteriori positivi sviluppi. L’impegno di chi scrive, in questi ultimi anni, ha avuto un obiettivo primario: sottrarre alla proprietà privata il maggior numero di aree archeologiche, assicurandole al Demanio pubblico, per evitare i pericoli dell’aggressione edilizia che ha già distrutto, nel Salento, interi abitati antichi; si citi ad esempio la sorte toccata a Nardò, un sito archeologico completamente cancellato dalle nuove costruzioni, senza che fosse possibile intervenire.

Al contrario, nelle aree archeologiche acquisite si sono potuti realizzare progetti di valorizzazione e creare Parchi Archeologici, come il Museo Diffuso di Cavallino, dove i suoli in cui sorge l’abitato messapico di età arcaica erano già stati destinati ad un Piano di lottizzazione.

Sino ad oggi si sono realizzate le seguenti acquisizioni, per un totale di ettari 61,50 ettari di aree archeologiche, corrispondenti a ben 615.000 metri quadri:

Cavallino: 27,50 ettari acquisiti dal Comune; di questi ben 6 ettari e mezzo furono acquistati dall’Università del Salento, grazie ad un contributo dell’Amministrazione Provinciale.

Rudiae: poco più di 5 ettari corrispondenti al fondo Acchiatura ed alla recente acquisizione del fondo dove è stato portato alla luce l’Anfiteatro romano e si è creato il Polo Didattico dell’Archeologia.

Acquarica di Lecce: circa 9 ettari in cui si è realizzato l’Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra.

Castro: 5 ettari corrispondenti all’area di fondo Capanne con il Santuario di Atena, al fondo Palombara con le mura dell’età del Bronzo, al percorso intorno alle Mura messapiche e spagnole.

Vaste: 15 ettari, dove si è realizzato il Parco dei Guerrieri e valorizzato il complesso paleocristiano di fondo Giuliano.

A Vaste resta ancora molto da fare, se si considera che l’intera area racchiusa all’interno delle mura messapiche, che si estendevano per una lunghezza di m 3.380, corrisponde a circa 78 ettari. Accanto all’acquisizione di nuove aree archeologiche (penso ai tratti meridionali delle fortificazioni ed al fondo S. Antonio) bisognerà, di concerto con il Ministero dei Beni Culturali, attivare un piano efficace di vincoli archeologici. E la Carta Archeologica di Vaste rappresenterà certamente il principale strumento per raggiungere questo obiettivo!

Lecce, 12.04.2019

[Presentazione del volume di Giovanni Mastronuzzi, Fabrizio Chio e Valeria Melissano, Carta archeologica Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale), BAR Pubblishing, Oxford 2019]

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