2. In collegamento con gli «Stati generali» si è svolta la «Settimana della Lingua Italiana nel Mondo», giunta alla XVI edizione. Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, il Ministero degli Affari Esteri e Accademia della Crusca organizzano ogni anno, in tutto il mondo, nella terza settimana di ottobre, la «Settimana della Lingua Italiana nel Mondo»; vi sono coinvolti Istituti Italiani di Cultura, Ambasciate e Consolati, Cattedre di Italianistica attive presso le varie Università, Comitati della Società Dante Alighieri, Associazioni di italiani all’estero, coloro che fuori d’Italia insegnano e studiano la nostra lingua. La formula, nata timidamente alcuni anni fa e alla fine rivelatasi vincente, è di organizzare iniziative rivolte a promuovere l’italiano come grande lingua di cultura classica e contemporanea. Badate agli aggettivi, lingua di cultura classica e contemporanea: indicano la capacità di rifarsi alla tradizione per valorizzare il presente e progettare il futuro.
I temi, variabili ogni anno, sottolineano il ruolo della lingua come elemento distintivo e propulsivo della nostra nazione all’estero. Nel 2014 si decise per “Scrivere la nuova Europa: editoria italiana, autori e lettori nell’era digitale”; nel 2015 per “L’Italiano della musica, la musica dell’Italiano”; nel 2016 per «L’Italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design». Intorno al tema dell’anno si sviluppano conferenze e dibattiti, mostre e spettacoli, incontri con scrittori e personalità. La partecipazione cresce, anno dopo anno, come dimostra la distribuzione geografica degli eventi. Quasi 1000 nel 2014: 324 nell’Unione Europea, 153 nell’Europa extra UE, 298 nelle Americhe, 144 in Asia e Oceania, 88 nel Mediterraneo e Medio Oriente, 67 nell’Africa Subsahariana. Oltre 1300 nel 2015: 408 nell’Unione europea, 171 nell’Europa extra UE, 435 nelle Americhe, 163 in Asia e Oceania, 113 nel Mediterraneo e in Medio Oriente, 75 nell’Africa Subsahariana. Mancano naturalmente i dati del 2016, la settimana si è appena conclusa.
Torniamo un momento sui temi degli ultimi anni: editoria e cultura, musica, moda e design. In questi campi siamo eccellenti, il mondo apprezza i nostri prodotti e la lingua che li veicola. Pensate a Dante, che una recente inchiesta in 28 paesi colloca al vertice, tra i personaggi più rappresentativi della letteratura europea, dalla antichità greca e latina fino ai nostri giorni: Dante, Goethe, Shakespeare, Tolstoj, Cervantes, Dostoevskij. Pensate alla musica, alle opere di Verdi, Rossini e Puccini che trionfano nei teatri del mondo, alle scelte di Haydin, Mozart e Gluck che adottano l’italiano per le loro composizioni, al successo straordinario dei cantanti italiani di oggi non solo nei paesi europei vicini ma anche in Russia, in America Latina, in Australia. Pensate alla moda, con i marchi italiani diffusi dappertutto, con negozi all’estero che si chiamano “Dolce Vita” o “Via Veneto”; a film di successo: Prêt à porter di Robert Altman (1994), con Gianfranco Ferré e Nicola Trussardi nella parte di sé stessi e con le foto di gruppo degli stilisti con Cerruti; o Il diavolo veste Prada (2006, da un libro del 2003): «Le borse e le scarpe … gridavano ‟Prada!, Armani!, Versace!ˮ»; o Valentino, l’ultimo imperatore (2008), di Matt Tyrnauer, giornalista di Vanity Fair, dedicato alla vita dello stilista. A chi vuol saperne di più indico un libro in formato elettronico appena uscito: L’italiano e la creatività. Marchi e costumi, moda e design, curato da Paolo D’Achille e Giuseppe Patota, entrambi dell’Accademia della Crusca.
La “qualità Italia” si propone al mondo, con i prodotti e con la lingua. E questo spiega perché sempre più stranieri scelgono di studiare l’italiano. Secondo le statistiche ufficiali nel 2012-13 erano un milione e 522 mila, nel 2014-15 arrivano a due milioni e 333 mila. L’ho scritto altre volte. I fatti e i numeri non lasciano dubbi, all’estero la nostra lingua è apprezzata, spesso amata. L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Inglese a parte, viene dopo lo spagnolo, il francese, più o meno alla pari con il tedesco, e batte tutte le altre, anche quelle parlate da popolazioni enormemente più numerose. Non c’è male, per una nazione di soli 60 milioni di abitanti, una briciola rispetto ai 7 miliardi di abitanti della terra. Non c’è male, per una nazione che non ha avuto un impero coloniale come Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo e altre che hanno disseminato le loro lingue nei territori africani, asiatici, americani, perfino australiani.
I mezzi di comunicazione fanno la loro parte. Francesco Sabatini, presidente emerito dell’Accademia della Crusca, ogni domenica mattina su RAI 1 offre agli spettatori un servizio di “Pronto soccorso linguistico”; su Radio 3 la domenica mattina va in onda «La lingua batte» condotta da Giuseppe Antonelli. Rubriche e articoli dedicati alla nostra lingua appaiono spesso sui giornali, «Nuovo Quotidiano» ha stabilizzato “Parole al sole” (passata l’estate, l’icona del titolo, benché fuori stagione, è un bel richiamo visivo e potrebbe valere anche metaforicamente ‘parole poste sotto la luce’, come mi suggerisce Stefano Telve, un linguista che insegna a Viterbo). «Bada a come scrivi» si intitola il primo volume della collana «L’italiano. Conoscere e usare una lingua formidabile» che “Repubblica” e Accademia della Crusca presentano a partire dal 28 ottobre.
Gli strumenti esistono, impariamo ad amare la nostra lingua, bella e ricca.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia” di domenica 30 ottobre 2016, p. 10]