di Antonio Prete
È la luce che cade, danza nell’aria,
le linee delle torri congiunte
con le linee dei poggi,
la lontananza, al suono di un’orchestra
bianca, si posa sugli embrici, sui fanali,
si posa sui pensieri, una mano scosta
la tenda dell’infanzia, di là dalla finestra
il silenzio è un lenzuolo di percalla
disteso sopra le strade del mondo,
dormono gli alberi nell’abbagliante
equivalenza delle forme.
.
Una gioia quieta negli occhi del mattino.
.
[in Menhir, Donzelli 2007]