In questo periodo di grandissimo caldo l’evaporazione dagli oceani è proporzionale all’aumento di temperatura. Tanto caldo significa tanto vapore in aria, e poi tante nuvole e poi tante piogge. Di solito le perturbazioni vanno da ovest verso est, e quindi l’acqua che piove in Italia viene da ovest, dall’Atlantico. Dipenderà dalla strada che prenderanno le perturbazioni se quell’acqua atlantica cadrà sull’Italia o da qualche altra parte, ma da qualche parte cadrà. E saranno alluvioni, inondazioni. I meteorologi parlano di fenomeni “estremi” che si fanno sempre più frequenti. Significa che dopo un periodo di caldo estremo ci saranno piogge estreme. E quanta più acqua salirà in cielo tanto più si caricheranno le nuvole e tanto più presto la scaricheranno. I proverbi degli antichi ci dicono che i primi temporali estivi arrivano in agosto, Dopo il solleone di luglio. Il clima si raffresca e diminuisce la temperatura e questo fa diminuire l’evaporazione, e quindi il carico nuvoloso, e il buon tempo torna a settembre e a volte persino in ottobre. Questa sequenza stagionale si sta estremizzando a causa del cambiamento climatico. I fenomeni estremi (troppo caldo, troppo freddo, troppa pioggia dopo periodi di siccità prolungata) rendono meno gestibile il vivere quotidiano, richiedono infrastrutture adeguate alle nuove situazioni, e causano morti.
La mitigazione del nostro impatto sul clima, prima di tutto adottando sistemi di produzione non basate sulla combustione, dovrebbe essere la prima priorità per tutti i paesi. In effetti, sulla carta, lo è. Ma poi gli impegni si dimenticano rapidamente e si continua come se niente fosse. Subito dopo la firma degli accordi di Parigi sul clima, il governo in carica erogò concessioni per prospezioni sui fondali marini per cercare giacimenti di combustibili fossili, in vista poi di azioni estrattive. La produzione di anidride carbonica a seguito dell’uso di combustibili fossili, assieme alla distruzione delle foreste, sostituite da sistemi agricoli, sono la prima causa del riscaldamento globale. Riconvertire i sistemi di produzione e di consumo è la grande opera più impellente. Dobbiamo ridisegnare tutto, dall’abitare al muoverci, riscaldarci, raffrescarci, nutrirci e vestirci. Si tratta di un’opportunità di innovazione tecnologia e gestionale che dovrebbe non essere di difficile comprensione. E invece no. Personalmente non riesco a capacitarmi di tanta miopia. In Italia il partito dei verdi non ha mai avuto grande seguito, e nessun partito ha mai messo l’ambiente nelle sue priorità. Lo fece Grillo, che fondò il Movimento 5 Stelle su due pilastri: lotta alla corruzione e all’incompetenza, sostenibilità. Gli italiani lo hanno premiato ma questi temi sono scomparsi dall’agenda del Movimento. E, oggi, nessun partito propone quel che bisognerebbe proporre con grandissima forza.
Prima o poi la forza della natura ci costringerà ad affrontare il problema e, se ci ostineremo a non affrontarlo, chi pensate che avrà la meglio? Noi o la natura? Solo un fesso può pensare che vinceremo noi. Chi lo capirà per primo avrà grandi vantaggi e potrà vendere le proprie innovazioni al resto della comunità globale.
Invece, i nostri “imprenditori” chiedono che la crescita sia sostenuta con i fondi pubblici attraverso la realizzazione di opere inutili che devasteranno ulteriormente il territorio. Nessuna impresa italiana, o quasi, investe i propri soldi per lanciarsi in progetti di innovazione tecnologica. Vogliono che lo stato li paghi per stendere cemento e asfalto sui territori. Per non parlare dei porti turistici. Lo stato dovrebbe investire i propri fondi in altro modo. Facendo molta attenzione alla qualità degli imprenditori. Perché il caso Nicastri-Arata-Siri, con diramazioni che forse arrivano fino alla mafia di Matteo Messina Denaro, si riferisce proprio agli incentivi all’eolico. La bandiera della sostenibilità potrebbe nascondere ben altri fini. Questi “impredatori” (è una parola che ho inventato ora, si riferisce ad imprenditori che predano il denaro pubblico per realizzare opere inutili) non rappresentano la parte sana del sistema produttivo del paese. Corruzione, competenza, sostenibilità. Le tre battaglie devono andare assieme.
Paolo Arata, per esempio, si presentava come professore di ecologia. Basta una ricerca in rete per vedere che questo titolo non è in suo possesso. Arata è laureato in biologia ma non è mai stato professore di ecologia. La materia non si insegna nelle suole medie inferiori e superiori (purtroppo). Gli unici professori di ecologia sono universitari e i loro nomi sono sul sito del MIUR. Non è difficile controllare le credenziali di chi si propone.
Piuttosto… da una parte è stata varata la legge Anticorruzione, dall’altra il decreto Sblocca Cantieri. Raffaele Cantone si è dimesso dalla presidenza dell’Autorità Anticorruzione. Temo che gli impredatori continueranno a spadroneggiare ancora per un po’. Poi, come disse Giovanni Paolo II, la natura si ribellerà e ce la farà pagare carissima. E magari gli impredatori arriveranno come avvoltoi a proporsi per la ricostruzione. Copione già visto e rivisto, ma sempre di grande successo.