Itali-e-ni 21. Stromata

Politically correct. Antonio Padellaro, già direttore de “Il fatto quotidiano” pubblica “Il fatto personale” (Paper First 2016), “l’autobiografia politicamente scorretta”, come viene pubblicizzata dallo stesso “Fatto quotidiano” nello strillo.  Così anche per “Il potere dei segreti”, stesso editore, di Marco Lillo, “un’inchiesta basata su carte e intercettazioni segrete. Il libro che fa paura alla politica e alla magistratura italiana. I dossier che minano la maggioranza del governo Renzi”. Politicamente scorretti. Ormai i giornalisti lo sono tutti. Anzi, sembra che la parola d’ordine per chi fa informazione, in particolare se si occupa di cronaca politica o giudiziaria, sia attaccare il potere, svelare le magagne, sbeffeggiare i parlamentari, minare il loro status quo. Anche il loro linguaggio si è fatto più ardito, sciolto, poco attento al bon ton e persino alla grammatica. Improperi di ogni tipo, il turpiloquio vola ormai negli studi televisivi, non solo da parte dei dopati ospiti politici ma anche dagli stessi conduttori. Dunque, che cosa bisogna fare oggigiorno per essere davvero scorretti e non conformarsi alla pletora dei tribuni televisivi? Carezzare il potere? Affermare che deputati e senatori, stipendiati d’oro e pensionati di lusso siano brave persone, serie, corrette, insomma il meglio della nostra società?   

San Carlo, aiutaci tu. Il premio “Carlo Magno 2016”, riconoscimento assegnato in Germania a personalità che si sono distinte per la loro azione a favore della pace e dell’integrazione europea, quest’anno è andato a Papa Bergoglio. La motivazione principale fa riferimento «allo straordinario servizio del Pontefice all’unificazione europea illustrando ai popoli del continente, nelle sue visite al Parlamento e al Consiglio d’Europa, un pensiero chiaro ed organico».  Ora, va bene che la storia si fa e si disfa a seconda dei governi e dei tempi. Però un premio intitolato a Carlo Magno sarà pure magnus, ma non è maximus. Vogliamo ricordare a Papa Francesco chi era Carlo Magno?  Re dei Franchi, vissuto fra VIII e IX secolo, e santificato,  aveva ripudiato la moglie, Ermengarda, aveva chiesto la mano dell’Imperatrice d’Oriente Irene (la quale, aveva eliminato il figlio, Costantino Vi, accecandolo, per prenderne il posto sul trono),aveva spossessato i nipoti, figli di CarloManno, aveva eliminato Desiderio e Adelchi, propri suocero e cognato, e soprattutto aveva massacrato i Sassoni, sottoposti ad un regime di terrore (4500 decapitazioni a Werden in una sola giornata) per convertirli al cristianesimo. Ogni prescrizione dei famosi Capitolari, cioè le misure da adottare contro i Sassoni, terminava con la previsione della pena capitale; a titolo di esempio: “ se qualcuno sarà entrato con la forza in una chiesa e vi avrà perpetrato furti o rapine, sia condannato a morte. Se qualcuno, per disprezzo della religione cristiana, avrà trascurato il digiuno quaresimale e avrà mangiato carne, sia condannato a morte. Se qualcuno avrà tramato contro i cristiani con i pagani, o avrà voluto mantenersi ostile ai cristiani, sia condannato a morte”, e via così. Dunque Carlo, secondando la religione cristiana, sosteneva la fede con la spada e col libro, cioè gli infedeli venivano ammazzati. Oggi a questo grande e santo condottiero è intitolato un premio, assegnato niente meno che al Pontefice.

MAGGIO 2016

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